Il caso è approdato per la prima volta al Dipartimento di Investigazione sui Crimini Finanziari in seguito a una denuncia presentata alla stazione di polizia di Mosta l’8 marzo 2022 da un rappresentante dell’azienda, un giorno dopo che una serie di transazioni sospette riguardanti l’azienda erano state segnalate da una banca locale.
Tali transazioni mostravano che i fondi erano stati spostati dai conti dell’azienda a diversi conti intestati a uno dei suoi dipendenti che lavorava come contabile.
Il dipendente, un 44enne residente a Mosta, aveva accompagnato il funzionario della società alla stazione di polizia quando è stata presentata la denuncia.
Il giorno successivo, i rappresentanti dell’azienda sono tornati alla stazione di polizia di Mosta riferendo che la sospettata aveva confessato, spiegando di aver ricevuto minacce online e di aver inviato denaro fuori da Malta.
La questione è stata deferita all’ispettore Christian Abela del Dipartimento di indagini sui crimini finanziari per le indagini.
Oggi, l’ispettore ha testimoniato sul suo lavoro che ha portato ad accusare la donna di appropriazione indebita, frode, guadagno fraudolento a danno dell’azienda, frode documentale, uso consapevole di un documento falso e riciclaggio di denaro.
La donna si dichiara non colpevole.
Uno dei suoi capi ha testimoniato che, dopo essersi trovata di fronte alle accuse, la donna si era aperta con i suoi colleghi su come era finita vittima di una frode sentimentale online.
Aveva intrapreso una relazione di dating online con uno sconosciuto che non aveva mai incontrato personalmente.
Ma la relazione ha preso una piega inaspettata quando ha finito per essere minacciata e ricattata per inviare ingenti somme di denaro agli sconosciuti.
La polizia ha rintracciato il movimento di fondi da due conti aziendali a tre conti intestati all’accusato e poi a una serie di conti in Nigeria, Ucraina e Cina.
Le transazioni sono avvenute tra l’aprile 2021 e il gennaio 2022, ha spiegato Abela durante la deposizione di oggi.
Interrogata in presenza del suo avvocato, la donna aveva optato per il suo diritto al silenzio.
La polizia ha anche esaminato una serie di fatture di fornitori che l’accusata avrebbe fabbricato per coprire le sue tracce ai fini della riconciliazione contabile, dando l’impressione che i pagamenti fossero stati effettuati a fornitori regolari dell’azienda.
Oggi ha testimoniato anche un rappresentante dell’azienda, che ha presentato stampe e copie digitali di estratti conto bancari relativi alla società e ai conti dell’imputata.
Ha spiegato come le fatture fossero state falsificate in modo da far coincidere gli importi, rendendo difficile per il contabile dell’azienda sospettare un’azione illecita.
Le fatture erano indirizzate a fornitori realmente esistenti e che servivano regolarmente l’azienda.
“I fornitori esistevano, le transazioni no”, ha spiegato il testimone, aggiungendo che erano tutti fornitori stranieri.
Anche un dipendente della banca è stato convocato per esibire informazioni su cinque conti che coprono il periodo tra gennaio 2021 e gennaio 2022.
Il caso, presieduto dal magistrato Rachel Montebello, continua.
Gli avvocati Etienne Savona e Charmaine Abdilla, avvocati del Procuratore Generale, e l’ispettore Christian Abela, hanno condotto l’accusa. Gli avvocati René Darmanin e Alfred Abela sono i difensori. L’avvocato Anne Marie Cutajar ha rappresentato la società.
