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Malta

assolti dopo anni di accuse: chiuso il caso dei rimborsi sospetti

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Un colpo di scena che lascia tutti a bocca aperta! Cinque funzionari locali e un manager di agenzia di viaggi sono stati scagionati da ogni accusa di frode, in un processo che ha tenuto Malta col fiato sospeso. Dopo anni di accuse e sospetti, la Corte ha respinto l’appello del Procuratore Generale, confermando l’assoluzione dei sei protagonisti di uno scandalo che risale al 2010.

Tra i nomi coinvolti troviamo Paul Cortis, direttore generale della KD Travel Services Limited, Oreste Alessandro, ex segretario esecutivo dell’Associazione dei Consigli Locali, Dolores Borg, ex sindaco di Birkirkara, Noel Formosa, sindaco di San Lawrenz, Claudette Abela Baldacchino, ex vice-sindaco di Qrendi, e Michael Cohen, ex presidente dell’Associazione dei Consigli Locali. Questi individui erano stati trascinati in tribunale con accuse di complicità in un presunto schema di rimborsi fraudolenti per biglietti aerei, accusati di appropriazione indebita ai danni dell’Unione Europea e del governo maltese, e di aver falsificato documenti pubblici. Tuttavia, fin dall’inizio, tutti si sono dichiarati innocenti.

Ma come è nato tutto questo? Nel 2007, il Comitato delle Regioni dell’UE aveva alzato il velo su possibili irregolarità legate ai delegati maltesi in missione all’estero. Si parlava di rimborsi sospetti sui biglietti di volo. Queste ombre hanno spinto l’OLAF, l’agenzia antifrode dell’UE, a intervenire, con un’indagine che ha portato persino agenti a Malta per perquisire gli uffici dell’agenzia di viaggi a Sliema e quelli dell’Associazione dei Consigli Locali, sequestrando una mole di documenti.

Il risultato? Accuse penali contro i funzionari pubblici e il rappresentante dell’agenzia di viaggi. Ma, dopo un processo lungo e combattuto, tre anni fa il Tribunale aveva già assolto tutti. Eppure, il Procuratore Generale ha insistito con un ricorso, sostenendo che le fatture presentate per i rimborsi non riflettevano gli importi effettivamente pagati. I biglietti erano stati acquistati con uno sconto, ma l’Associazione richiedeva il rimborso dell’intero importo, incassando la differenza una volta che il Comitato delle Regioni rimborsava il prezzo pieno dei biglietti di business class.

Una situazione torbida, resa ancora più complicata dal fatto che tutte le fatture presentavano curiosamente lo stesso importo. Eppure, l’avvocato Ian Micallef, presidente della delegazione maltese, ha spiegato che quei soldi erano usati per coprire le spese extra dell’Associazione, cresciute con l’adesione di Malta all’UE. Fondi insufficienti da parte del governo costringevano l’Associazione a fare di tutto per massimizzare le entrate, al fine di sostenere gli impegni internazionali.

“Era il classico esempio maltese di come ‘ottenere il massimo da una situazione’”, ha commentato il giudice Aaron Bugeja, durante la sentenza in appello.

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Micallef aveva anche consultato un revisore contabile per gestire correttamente gli sconti sui biglietti, e l’Associazione aveva seguito quei consigli, agendo “alla luce del sole”  e sicura di non infrangere alcuna legge. Successivamente, un ulteriore controllo richiesto dall’Ufficio del Revisore Generale non aveva rilevato alcuna irregolarità. Neppure quando i conti vennero esaminati in Parlamento fu sollevata alcuna obiezione; anzi, l’operato dell’Associazione fu elogiato pubblicamente.

Le fatture con gli importi completi venivano accompagnate dalle carte d’imbarco che mostravano i prezzi scontati, e tutto sembrava in regola anche agli occhi del Comitato delle Regioni.

Gli imputati hanno sempre creduto di non stare facendo nulla di illegale. E alla fine, la Corte ha confermato la loro innocenza, respingendo ogni accusa e chiudendo una volta per tutte questo lungo capitolo giudiziario.

Foto: [Archivio Times of Malta]

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