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Malta

fort chambray: il destino delle storiche caserme appeso a un filo

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Le storiche Caserme Britanniche di Fort Chambray, un autentico gioiello architettonico che rappresenta l’unica testimonianza del genere a Gozo, sono minacciate da una demolizione imminente. La Planning Authority deciderà il mese prossimo se dare il via libera all’abbattimento, con i costruttori pronti a rimpiazzarle con lussuose maisonettes, destinate a pochi fortunati acquirenti privati.

Ma Din l-Art Ħelwa non ci sta. L’associazione ha lanciato un accorato appello attraverso un video, mettendo in chiaro che le caserme, costruite nel 1898, sono ancora in ottimo stato e che devono essere assolutamente preservate. “Demolire questo importante e unico edificio significherebbe cancellare per sempre un pezzo fondamentale della storia di Gozo,” afferma Din l-Art Ħelwa, aggiungendo con fermezza: “Non possiamo restare in silenzio davanti a questa tragedia, mossa solo dall’avidità dei costruttori che inseguono il profitto a tutti i costi.”

Nonostante anni di abbandono, Din l-Art Ħelwa sfida le affermazioni dei costruttori, definendoli “troppo zelanti” e precisando che l’edificio è tutt’altro che fatiscente. Anzi, le caserme si trovano ancora in condizioni straordinarie, grazie alla maestria di Vitor tal-Qanfuda, alias Victor Vella, il rinomato muratore di Żebbuġ che ha lasciato il segno anche nella costruzione della maestosa basilica di Ta’ Pinu e di molte altre chiese e palazzi a Gozo e Malta.

Il video, realizzato per sensibilizzare l’opinione pubblica, mostra chiaramente perché questo straordinario complesso deve essere salvato. Non esiste nulla di simile a Gozo. Le caserme, uniche per il loro contesto storico e per la posizione all’interno di una fortificazione risalente all’epoca dei Cavalieri, rappresentano un patrimonio inestimabile. Eppure, viene sollevata una domanda inquietante: perché queste caserme non sono mai state inserite nella lista degli edifici da preservare? “Tutte le caserme simili a Malta sono state classificate. Perché la storia di Gozo viene trascurata dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali? Come possono i parlamentari gozitani e il nuovo eurodeputato di Gozo permettere che accada questo scempio? Dove si trova il partito di opposizione? E il comune di Għajnsielem?”  domanda l’associazione, accusando il silenzio delle istituzioni.

A rendere ancora più amaro il quadro, ad aprile Din l-Art Ħelwa Għawdex, Wirt Għawdex e Għawdix, la Coalizione di Gozo, avevano già richiesto la classificazione urgente delle caserme, sollecitando anche l’emissione di un ordine di conservazione temporaneo per impedire ulteriori danni. Ma finora, tutto è rimasto bloccato nei meandri della burocrazia.

I costruttori hanno proposto di “salvare” soltanto il portico delle caserme, ma Din l-Art Ħelwa è categorica: “Salvare le arcate della facciata e attaccarle a un moderno aparthotel è una soluzione inaccettabile. Separare questo portico dall’edificio principale, come se fosse solo un’aggiunta, è un atto fuorviante e insensibile,” ha ripetuto l’associazione. La proposta di demolire il resto delle caserme, definendole “fatiscenti”, non regge di fronte ai fatti: questo edificio è recuperabile e deve essere restaurato, essendo l’unico esempio di caserme britanniche a Gozo.

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Le caserme, concepite come alloggi per soldati sposati, rappresentano uno dei primi esempi di questo tipo nell’ex Impero Britannico. La struttura a due piani si distingue per l’utilizzo della locale pietra calcarea di Globigerina, che conferisce all’edificio una calda tonalità naturale. Il video sottolinea come l’architettura dell’edificio, caratterizzata da una ripetizione ritmica di porte e aperture ad arco, doni alla facciata un’eleganza sobria e senza tempo.

Un precedente video di luglio ha rivelato come l’interno delle caserme, nonostante l’abbandono e l’esposizione agli agenti atmosferici, sia ancora in condizioni eccezionali. Porte e finestre sono state rimosse, ma la struttura è rimasta solida, a dimostrazione della straordinaria abilità dei costruttori. “Questo edificio ha più di 125 anni ed è in condizioni migliori di molti edifici moderni,”  ha affermato l’attivista Daniel Cilia, lodandone la resistenza.

Foto: Daniel Cilia
Foto: NGO Għawdix

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