Un’esplosione improvvisa scuote il Libano durante il funerale di alcune delle vittime di un attacco devastante: l’aria si riempie di grida, paura e polvere. Le persone corrono disperate, cercando riparo, ma il terrore non si ferma qui. Mercoledì, una nuova serie di esplosioni ha colpito duro, seminando il panico e facendo temere il peggio: l’inizio di una guerra totale.
Tre morti. Più di cento feriti. È questo il bilancio dell’ultimo attacco che ha devastato le roccaforti di Hezbollah a Beirut, nel sud e nell’est del Libano. Secondo una fonte vicina al gruppo, a esplodere sono stati dei walkie-talkie utilizzati dai suoi membri, mentre i media di stato riportano esplosioni simili in altre aree. “Ero lì, al funerale, quando è successo tutto. La gente ha iniziato a correre, urlavano ovunque,”
ha raccontato un testimone scosso.
Il giorno prima, in un’azione senza precedenti, centinaia di cercapersone appartenenti a Hezbollah erano esplosi contemporaneamente, uccidendo 12 persone, tra cui due bambini, e ferendone fino a 2.800 in tutto il Paese. Questo attacco, di portata mai vista prima, è stato subito attribuito a Israele, che tuttavia non ha rilasciato alcuna dichiarazione.
“Israele è pienamente responsabile di questa aggressione criminale,” ha dichiarato Hezbollah, giurando vendetta e promettendo di continuare la sua battaglia al fianco di Hamas contro Israele nella guerra di Gaza. Gli scambi di colpi al confine con le forze israeliane sono “continui e separati dal duro conto che il nemico criminale dovrà aspettarsi per il suo massacro,”
ha aggiunto Hezbollah. Le parole risuonano come un cupo presagio di violenza imminente.
La situazione è ormai al collasso: gli ospedali nelle aree di Hezbollah sono sopraffatti dall’enorme afflusso di feriti. Il dottor Joelle Khadra, di un ospedale di Beirut, ha descritto ferite agghiaccianti: “Molti hanno perso la vista, altri hanno subito amputazioni alle dita. Schegge negli occhi… Non dimenticherò mai ciò che ho visto.” Un altro medico, che ha chiesto di restare anonimo, ha aggiunto: “Ho lavorato tutta la notte. Le ferite sono incredibili, fuori da ogni immaginazione. Mai visto nulla del genere.”
Gli esperti sono convinti che non si tratti di un semplice malfunzionamento delle batterie. La verità è ben più inquietante: secondo Charles Lister del Middle East Institute, Israele avrebbe piantato esplosivi sui dispositivi prima che questi arrivassero a Hezbollah. “Non è stato solo un problema di batterie al litio. È probabile che piccoli esplosivi in plastica fossero nascosti vicino alla batteria, pronti per essere attivati da remoto,” ha spiegato Lister, sottolineando che dietro all’operazione ci sarebbe il Mossad.
Tra le vittime, un altro colpo al cuore: la figlia di 10 anni di un membro di Hezbollah è morta nell’esplosione del cercapersone del padre, nel Bekaa Valley, come ha confermato la famiglia. Il dolore si mescola alla rabbia, mentre l’Iran, alleato storico di Hezbollah, si unisce alle condanne. L’ambasciatore iraniano a Beirut, Mojataba Amani, ferito nell’attentato, ha espresso il suo orgoglio sui social: “È un onore per me che il mio sangue si sia mescolato con quello dei feriti libanesi in questo orribile crimine terroristico.” Anche il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha condannato con forza l’attacco, denunciando il sostegno dell’Occidente ai “crimini israeliani, agli omicidi e agli assassini indiscriminati.”
L’attacco ha inferto un colpo durissimo a Hezbollah, che già temeva per la sicurezza delle sue comunicazioni, dopo aver perso alcuni dei suoi principali comandanti in recenti attacchi aerei mirati. “I cercapersone erano stati appena importati,” ha detto una fonte vicina a Hezbollah, “sembrano essere stati sabotati alla fonte.”
Secondo un’indagine del New York Times, i dispositivi erano stati ordinati dal produttore taiwanese Gold Apollo, ma l’azienda ha affermato che fossero stati realizzati dal suo partner ungherese, BAC Consulting KFT. Il governo di Budapest ha subito precisato che l’azienda era solo un intermediario commerciale, senza siti di produzione in Ungheria.
Nel frattempo, con la paura di un’escalation sempre più vicina, le compagnie aeree Lufthansa e Air France hanno sospeso i voli verso Tel Aviv, Teheran e Beirut fino a giovedì. La sensazione che qualcosa di ancora più grande stia per esplodere aleggia come un’ombra su tutto il Medio Oriente.
Foto: [Archivio Times of Malta]