lunedì, Maggio 13, 2024
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È fondamentale garantire che tutti i settori si attengano alla visione ambientale

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Gli incentivi recentemente annunciati da Malta Enterprise alle imprese maltesi per incoraggiare gli investimenti nelle infrastrutture di ricarica elettrica rappresentano un altro importante passo nella giusta direzione.

Questo nuovo Green Mobility Scheme, che offre crediti d’imposta e sovvenzioni sui tassi d’interesse dei prestiti necessari per investire in infrastrutture di ricarica, non è solo importante perché continua a incoraggiare le imprese ad adottare pratiche di trasporto più sostenibili, ma è anche importante in termini di tempistica. Mi spiego meglio.

Perché se da un lato c’è già un’ampia consapevolezza dell’obiettivo dell’Unione Europea di diventare un continente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050, incentivando la transizione verso un trasporto più sostenibile, dall’altro, purtroppo, continua a persistere lo scetticismo nei confronti di questo obiettivo in termini di fattibilità e risultati di tutti questi investimenti.

Un articolo pubblicato all’inizio di quest’anno da Forbes ha descritto come gli europei abbiano mostrato un minore entusiasmo nei confronti dei veicoli elettrici, un sentimento guidato soprattutto da un’agenda che tende a suonare più forte quando si evidenziano alcuni svantaggi di questa tecnologia più pulita.

Questo sentimento è stato ulteriormente amplificato quando, alla fine dello scorso anno, la Germania, che con circa il 25% delle vendite è il più grande mercato europeo, ha deciso di porre fine ai suoi sussidi, provocando un ulteriore indebolimento del mercato dei veicoli elettrici.

Pertanto, con l’imminente piano dell’Unione Europea di ridurre ulteriormente i motori a combustione interna per sostenere il suo impegno verso il divieto totale entro il 2035, si è creato un nuovo contesto che dovrebbe riportare le vendite di veicoli elettrici sulla corsia di sorpasso entro il 2025, poiché gli esperti ritengono che le vendite di veicoli elettrici saranno più che quadruplicate entro il 2030.

Ecco perché il tempismo è importante. Perché quando i potenziali acquirenti stanno ancora lottando per abbracciare la tecnologia EV, i nuovi incentivi introdotti a livello di UE e di governo fanno molta strada per convincere le aziende che questa potrebbe essere la strada migliore per i trasporti, un settore che rimane fondamentale per le operazioni commerciali ma che, purtroppo, continua anche a contribuire in modo significativo all’inquinamento ambientale.

In questo contesto internazionale, abbiamo assistito alla decisione del governo maltese di introdurre nuovi schemi e incentivi finanziari, come crediti d’imposta e sovvenzioni, per sostenere gli investimenti nelle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici e nel leasing di veicoli puliti o a zero emissioni.

A livello locale, la tempistica di questi incentivi è importante perché, nonostante lo scetticismo nei confronti della tecnologia dei veicoli elettrici, queste nuove sovvenzioni lanciate da Malta Enterprise dovrebbero incoraggiare ulteriormente le imprese a passare ai veicoli elettrici per le loro esigenze di trasporto e logistica, convincendole che la loro decisione non è più un atto di fede, ma piuttosto una decisione basata su risultati tangibili.

Per questo motivo, come per ogni nuova tecnologia, la fiducia è fondamentale. In questo caso, però, la fiducia dei cittadini non deve essere riposta solo nella tecnologia, ma soprattutto nelle istituzioni che propongono questa nuova strada per una mobilità più pulita. Se c’è fiducia nelle istituzioni, ci sarà fiducia nelle politiche, nelle leggi e nelle convinzioni fondamentali che stanno guidando questa rivoluzione ambientale.

La fiducia richiede anche il soddisfacimento di alcune aspettative. Una di queste aspettative è l’idea che, se l’urgenza climatica richiede una mobilità e un trasporto su strada più puliti, questa stessa urgenza dovrebbe anche aspettarsi gli stessi standard ambientali da altri settori.

Le autovetture e i veicoli commerciali leggeri sono responsabili complessivamente del 19% delle emissioni totali di CO2 nell’UE. Ma mentre la maggior parte dell’attenzione sembra essere rivolta al trasporto su strada, le autorità e i regolatori a livello europeo farebbero bene a spostare l’attenzione anche su altri settori più inquinanti, come quello marittimo, che nonostante la sua importanza, rimane molto poco controllato e poco regolamentato in termini di emissioni e inquinamento.

Il cambiamento climatico e l’urgenza di affrontarlo dovrebbero riguardare tutti i settori. L’incapacità di affrontare altre fonti di inquinamento uguali per tutti può solo contribuire a creare ulteriore sfiducia nella necessità di tornare alla tecnologia EV.

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