venerdì, Maggio 17, 2024
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Ex poliziotto militare sotto processo in Francia per il genocidio del Ruanda

Un ex poliziotto militare ruandese sarà processato oggi in Francia con l’accusa di genocidio e crimini contro l’umanità durante il massacro del 1994 nel suo Paese.

Philippe Hategekimana, 66 anni, è fuggito in Francia dopo il genocidio, ottenendo lo status di rifugiato sotto falso nome.

Si tratta del quinto processo in Francia a carico di un presunto partecipante ai massacri avvenuti tra l’aprile e il luglio 1994, in cui morirono 800.000 persone, la maggior parte delle quali di etnia tutsi.

Hategekimana è accusato di aver partecipato all’uccisione di decine di Tutsi e di aver istituito posti di blocco per fermare i Tutsi che poi sarebbero stati uccisi nel capoluogo della provincia meridionale di Nyanza e nei dintorni, dove lavorava come alto funzionario di polizia.

Egli ha negato le accuse.

I querelanti lo hanno accusato di “aver usato i poteri e la forza militare conferitigli dal suo grado per… prendere parte al genocidio“.

È sospettato di essere coinvolto nell’omicidio di una suora e del sindaco della città di Ntyazo, che si opponevano alle esecuzioni.

È anche accusato di aver avuto un ruolo nell’uccisione di 300 rifugiati tutsi su una collina chiamata Nyamugari e in un attacco su un altro monte chiamato Nyabubare in cui furono massacrati circa 1.000 civili.

Il processo a Parigi durerà fino al 30 giugno.

Nel 1999 Hategekimana è arrivato in Francia e ha ottenuto lo status di rifugiato sotto falsa identità.

È diventato una guardia di sicurezza universitaria nella città occidentale di Rennes, ottenendo la cittadinanza francese nel 2005.

È fuggito dalla Francia per il Camerun alla fine del 2017, dopo che la stampa aveva riportato che il Collettivo dei partiti civili per il Ruanda (CPCR), uno dei querelanti nel processo di questa settimana, aveva presentato una denuncia contro di lui.

Nel 2018 è stato arrestato nella capitale Yaounde ed estradato in Francia.

La Francia, una delle principali destinazioni per i fuggitivi dei massacri, dal 2014 ha processato e condannato un ex capo delle spie, due ex sindaci, un ex autista d’albergo e un ex alto funzionario in processi simili.

Ma in genere ha rifiutato le richieste di estradizione dei sospetti in Ruanda, spingendo il presidente Paul Kagame ad accusare Parigi di negare al Ruanda la giurisdizione.

Le relazioni tra i due Paesi si sono tuttavia notevolmente riscaldate da quando un rapporto storico commissionato dal Presidente Emmanuel Macron e pubblicato nel 2021 ha riconosciuto le “schiaccianti” responsabilità della Francia nel non aver fermato i massacri.

Un altro ruandese, un medico di nome Sosthene Munyemana che vive in Francia dal 1994, dovrà essere processato a Parigi entro la fine dell’anno.

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