Una vista panoramica di Żabbar, che mostra il suo mulino a vento, 1880 ca
Malta e Gozo hanno inesorabilmente compromesso il loro patrimonio quasi unico di mulini a vento.
Un tempo le isole vantavano probabilmente la più alta concentrazione di mulini a vento di tutta Europa. Una stima ne elenca circa 70, che affollano un territorio molto ristretto.
L’estratto di carne Liebig Oxo del 1871 veniva fornito con una serie di carte in varie lingue. Questa mostra un mulino a vento a Malta.
La maggior parte di essi è stata demolita, riadattata o lasciata decadere, alcuni sostituiti nel periodo britannico da mulini a vapore. Oggi ne sopravvivono solo alcuni. Rappresentavano una fonte di energia rinnovabile e non inquinante.
Il mulino a vento di Xarolla, costruito dall’Ordine di San Giovanni nella periferia di Żurrieq, 1900 circa
Nella topografia generalmente piatta di Malta, i mulini a vento rappresentavano anche dei punti di riferimento. Sul lato di Marsamuxxetto, alleviavano il profilo piuttosto monotono di La Valletta.
Solo il nome di una strada dimenticabile ne conservava in qualche modo il ricordo: Strada molini a vento.
Uno dei mulini a vento dell’Ordine in evidenza sul lato Marsamuxxetto di La Valletta, 1890 ca
Alcuni mulini a vento a grano costellano altri Paesi europei, ma come eccezione piuttosto che come regola.
Nei Paesi Bassi, i mulini a vento servono quasi esclusivamente come pompe per l’acqua. A Malta, i Cavalieri di San Giovanni sfruttavano l’energia eolica soprattutto per macinare il grano.
<img src="https://cdn-attachments.timesofmalta.com/17a8ba8a0dcd71cb967e21d018cb1261dd69147d-1717054437-00737a36-1920×1280.jpg" width="630" height="1020" title="Gozo photographer Mikiel Farrugia, il-Badiku, marketed this postcard c.1905.” alt=”Gozo photographer Mikiel Farrugia, il-Badiku, marketed this postcard c.1905.” />Il fotografo di Gozo Mikiel Farrugia, il-Badiku, commercializzò questa cartolina nel 1905 circa.
All’epoca del Gran Maestro Pinto, l’architetto Andrea Belli tentò di utilizzare i mulini a vento maltesi per alimentare macchine per il taglio della pietra e del legno, ma la sua tecnologia fallì.
L’Ordine di Malta rivendicò il monopolio esclusivo dei mulini a vento, proponendoli come servizi sociali forniti dallo Stato.
Questo spiega gli stemmi ospitalieri che campeggiano su molte delle loro facciate, per pubblicizzare la munificenza del Principe Gran Maestro e la sua attenzione per il benessere dei suoi sudditi.
Una cartolina degli anni ’60 del mulino a vento di Xagħra, Gozo, della Compagnia di Importazione e Esportazione
Una prima cartolina di un mulino a vento emessa dalla ditta Hermen & Co.
Il dominio britannico annullò il monopolio statale, lasciando a chiunque la possibilità di costruire mulini.
Alcuni di quelli più recenti sfoggiavano ornamenti araldici.
Una suggestiva veduta di un mulino a vento di Gozo visto attraverso l’arco sulla strada da Victoria a Għarb, nel 1900 circa.
La ditta Stengel di Dresda ha emesso questa cartolina del mulino a vento dell’Ordine sul bastione di San Michele sopra Marsamxett, usata postalmente nel 1906.
Dopo un secolo di quasi totale abbandono, i nostri pochi mulini a vento sopravvissuti hanno iniziato ad attirare l’attenzione dei conservatori del patrimonio.
Una buona riabilitazione sta dando nuova vita e dignità a un patrimonio quasi unico che ha rischiato di estinguersi da solo.
Tutte le foto provengono dalle collezioni dell’autore.
Forse dalla primissima serie di cartoline maltesi, stampate in blu, ma usate postalmente nel 1900.