Un allevatore di cani a cui è stata inflitta la sospensione della pena, una multa di 20.000 euro e il divieto di tenere cani per 25 anni, dovrà essere nuovamente condannato dopo che la sua pena è stata annullata in appello a causa di un difetto tecnico nella sentenza
.
La polizia e i funzionari della protezione animali avevano prelevato circa 45 cani dalla casa di Antonio Vella a Birżebbuġa nell’ottobre 2021, pochi giorni dopo che l’uomo era stato giudicato colpevole
di violazione delle leggi sulla protezione degli animali.
La Corte dei magistrati lo aveva condannato
a una pena detentiva di due anni, sospesa per quattro anni, oltre a una pesante multa e al divieto di tenere cani o di richiedere una licenza per farlo per 25 anni.
Vella ha presentato ricorso per vari motivi, tra cui il fatto che il primo tribunale non aveva rispettato le formalità previste dall’articolo 382
del Codice penale.
Tale disposizione prevede che il tribunale
indichi i fatti alla base della condanna, la relativa pena e tutti i relativi articoli di legge.
L’avvocato del ricorrente ha sostenuto che la Corte d’Assise aveva prima dichiarato due volte che il primo capo d’accusa contro Vella non era stato provato, poi, nel dispositivo della sentenza, aveva dichiarato che l’imputato era stato dichiarato colpevole di tutti i capi d’accusa.
Il primo capo d’accusa riguardava l’affermazione che l’imputato aveva causato inutilmente dolore e sofferenza
agli animali e li aveva anche trascurati.
Nell’esaminare il primo motivo di appello, la corte, presieduta dal giudice Neville Camilleri, ha osservato che non era chiaro se il primo tribunale avesse dichiarato l’imputato colpevole di tutte le accuse o meno.
Citando la giurisprudenza, il giudice Camilleri ha osservato che il primo tribunale avrebbe dovuto “dichiarare esattamente ed espressamente” i reati
di cui aveva dichiarato l’imputato colpevole, indicando brevemente in cosa consistesse il reato.
In questo caso, la corte d’appello non sapeva esattamente di quali reati Vella fosse stato riconosciuto colpevole, ha proseguito il giudice
.
Per questo motivo, la corte ha accolto l’appello, ordinando di rinviare gli atti del processo al primo tribunale e di riportare l’imputato nella posizione in cui si trovava immediatamente prima della sentenza
.
La sentenza dovrà essere emessa nuovamente
in termini di legge.