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L’Italia rimuove il blocco di ChatGPT, dice OpenAI

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Il logo di ChatGPT. Il chatbot AI è stato vietato in Italia a fine marzo. Foto: AFP

L’Italia ha revocato il blocco di ChatGPT dopo averlo temporaneamente vietato il mese scorso per problemi di privacy, ha dichiarato venerdì il proprietario del chatbot di intelligenza artificiale.

“ChatGPT è di nuovo disponibile per i nostri utenti in Italia. Siamo lieti di dare loro il bentornato e rimaniamo impegnati a proteggere i loro dati personali”, ha dichiarato un portavoce di OpenAI.

ChatGPT ha fatto scalpore a livello mondiale quando è stato rilasciato l’anno scorso per generare saggi, canzoni, esami e persino articoli di cronaca a partire da brevi richieste.

Ma i critici si sono preoccupati del modo in cui ChatGPT e i suoi concorrenti raccolgono ed elaborano i loro dati.

A marzo, l’Italia è diventata il primo Paese occidentale a opporsi al popolare chatbot AI.

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L’autorità di controllo sulla protezione dei dati del Paese aveva affermato che l’azienda statunitense OpenAI, che ha sviluppato ChatGPT, non aveva alcuna base legale per giustificare la raccolta e la conservazione di massa dei dati personali per l’addestramento degli algoritmi alla base del funzionamento della piattaforma.

L’autorità ha inoltre evidenziato una mancanza di chiarezza sui dati raccolti.

Ha affermato che le informazioni imprecise fornite dal chatbot non sono state gestite correttamente e ha accusato l’azienda di esporre i bambini a “risposte assolutamente inadatte”.

Ora OpenAI ha inserito nel proprio sito web informazioni “su come raccogliamo e utilizziamo i dati di formazione” e “una maggiore visibilità” sulla homepage di ChatGPT e OpenAI sulla politica relativa ai dati personali.

L’azienda ha inoltre dichiarato di aver implementato uno strumento “per verificare in Italia l’età degli utenti” una volta effettuato il login.

L’Autorità italiana ha riconosciuto venerdì “i passi compiuti per coniugare il progresso tecnologico con il rispetto dei diritti delle persone”.

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