Trovato con della cocaina 12 anni fa, oggi viene graziato dal carcere. Un passato da incubo, un presente da nonno modello: ecco la storia di redenzione di un uomo che ha sfiorato l’abisso.
Era il lontano gennaio del 2012, quando la polizia fece irruzione nel famigerato Luqa Boċċi Club, un noto ritrovo frequentato da chi gravitava intorno al mondo della droga. Durante il blitz, le manette scattarono per diverse persone, tra cui l’imputato, sorpreso vicino a un tavolo da biliardo. Nessuno poteva immaginare che, dodici anni dopo, la sua vita avrebbe preso una svolta così radicale.
All’epoca, l’uomo, oggi nonno di 59 anni, era schiavo della cocaina. La polizia gli trovò addosso tre bustine e un sacchetto più grande contenenti una sostanza bianca. Nel suo portafogli, circa 100 euro in contanti. Gli esami confermarono i sospetti: cocaina pura al 33%, per un totale di 11,39 grammi. E nei bagni del club, frammenti di plastica intrisi di droga: l’ambiente era impregnato di quel mondo oscuro in cui l’imputato si stava perdendo.
Le accuse furono pesanti: non solo possesso di cocaina in circostanze che indicavano un uso non personale, ma anche traffico di resina di cannabis e il tutto aggravato dalla vicinanza a un luogo frequentato da giovani. Nel 2021, l’uomo fu dichiarato colpevole di possesso aggravato e condannato a sei mesi di carcere e a una multa di 1.000 euro.
Ma non era finita lì. Il suo avvocato, Edward Gatt, fece appello contro la sentenza, sostenendo che la quantità di droga trovata non fosse sufficiente per giustificare un’accusa di traffico. “Era un forte consumatore, quella cocaina era per il suo uso personale, anche se la quantità può sembrare eccessiva.” Il tribunale, secondo l’avvocato, si era concentrato troppo sulla quantità, senza considerare che l’uomo era “un semplice cliente in un locale malfamato.”
E così, dodici anni dopo, ci troviamo di fronte a un uomo trasformato. Ha lasciato il mondo della droga alle spalle, costruito una famiglia stabile ed è oggi nonno, con un’attività di successo che lo tiene lontano da quel passato oscuro. “Non ha più nulla a che fare con quel mondo,” ha dichiarato il suo avvocato, dipingendo un quadro di redenzione che ha convinto la corte d’appello.
La corte, presieduta dalla giudice Consuelo Scerri Herrera, ha tenuto conto di ogni aspetto. Dal 2015, l’imputato è stato seguito da un responsabile della probation che ha confermato come l’uomo abbia sempre rispettato le sue obbligazioni. Ha partecipato a tutte le sessioni di riabilitazione presso Caritas, e tra il 2015 e il 2018 ha dimostrato di essere pulito.
Anche il suo psichiatra ha testimoniato, spiegando come la sua vita sia crollata dopo la separazione dalla moglie, nel 2007. “Un evento traumatico che lo ha spinto nelle braccia di cattive compagnie e, infine, della droga.”
Dopo essere stato arrestato per una rissa nel 2009 e aver fallito il test antidroga, l’uomo iniziò a prendere farmaci che lo aiutarono a migliorare.
La giudice ha sottolineato che, nonostante la quantità di cocaina trovata fosse rilevante, non poteva essere l’unico elemento per stabilire un uso non personale. Dopo aver analizzato numerosi casi simili, la corte ha riconosciuto che, nel 2012, l’uomo stava attraversando “un periodo di forte turbolenza,”
abusando di cocaina con regolarità e aumentando le dosi nel weekend.
Il tribunale ha quindi annullato la condanna iniziale, dichiarandolo colpevole solo di possesso semplice. L’uomo è stato messo in libertà vigilata per tre anni, condannato a 100 ore di servizio comunitario e dovrà pagare le spese processuali. La droga, invece, sarà distrutta.
Foto: [Archivio Times Of Malta]