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Malta

L’auto doveva sparire, ma spunta un sospetto: indagato l’avvocato Lia

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Un tribunale ha ordinato un’azione della polizia contro l’avvocato Alessandro Lia per un presunto coinvolgimento in una truffa legata al trasferimento di un’auto destinata alla rottamazione, e i dettagli sono sorprendenti.

Immaginate questo: un’auto, apparentemente destinata alla rottamazione, scompare misteriosamente e viene invece trasferita a un terzo. Al centro di questa storia c’è l’avvocato Alessandro Lia, accusato dal suo ex suocero, Victor Sant, di aver orchestrato una frode incredibile. Nonostante Lia non abbia guadagnato un euro da questa operazione, il tribunale non ha potuto fare a meno di chiedersi se l’avvocato non fosse comunque un complice in questa oscura vicenda. Ma come si è arrivati a questo punto?

Il caso inizia quando Sant decide di liberarsi della sua Renault Megane. “Era ormai roba da rottamare”, aveva detto durante una riunione di famiglia, a cui Lia era presente. A quel punto, il genero si offre di occuparsi di tutto. “Lasciala a me, ci penso io”  sembra aver detto. Sant, fidandosi, gli consegna l’auto e i documenti. Da quel momento, però, il silenzio. Nessuna notizia, nessuna conferma che la vettura fosse stata rottamata.

Passano i mesi e, sempre più preoccupato, Sant chiede spiegazioni a Lia. La risposta lo lascia di stucco: “Sono riuscito a ottenere solo 100 euro per quell’auto.”  Un prezzo ridicolo, che fa scattare l’allarme nella mente di Sant. Allora decide di scrivere una mail all’avvocato, ma non riceve risposta. E così, inizia la sua indagine personale.

Un giorno, Sant contatta direttamente Transport Malta e scopre l’incredibile: la sua auto non è mai stata rottamata. Invece, è stata trasferita a un terzo soggetto. Ma come è possibile? Per il trasferimento erano necessari il suo documento d’identità e una dichiarazione firmata, che Sant afferma di non aver mai apposto. “Quella firma non è mia,”  insiste.

Il tribunale, preoccupato dalla mancanza di spiegazioni fornite da Lia, si è chiesto se non ci fosse una “mens rea” – una vera intenzione criminale. Sebbene non ci sia stato alcun guadagno economico da parte di Lia, il magistrato Claire Stafrace Zammit ha espresso dubbi sul suo coinvolgimento e ha ordinato un’ulteriore indagine. “Solo un esperto grafologo, nominato dal tribunale, potrà stabilire se quella firma sia realmente falsa,” ha aggiunto.

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Alla fine, il tribunale ha accolto la richiesta di Sant e ha ordinato che la sentenza venisse inviata al commissario di polizia e al procuratore generale per dare seguito all’accusa.

Foto: [Archivio Times Of Malta]

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