Una notte di terrore sulle strade maltesi: una donna ha perso la vita in un tragico incidente motociclistico, il terzo decesso in un solo giorno. Una scia di sangue che ha sconvolto l’isola, portando dolore e sconcerto.
Un medico d’emergenza, che ha assistito a tutte e tre le tragedie, ha rivelato l’angoscia provata dal suo team. “Ci sono stati incidenti con tre vittime in passato, ma una giornata come quella di ieri… è stata devastante per tutti noi” ha confessato il dottor Michael Spiteri al Times of Malta
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Martedì è stato un giorno di morte sulle strade maltesi. Balu Ganesh Balakrisha, un uomo di 40 anni, è rimasto vittima di un violento scontro frontale nella mattinata. Poche ore dopo, un altro uomo è stato travolto da un furgone a Qormi, e infine, verso le 23:00, una donna ha perso la vita in un incidente motociclistico a Rabat. Una catena di orrori che ha lasciato un segno indelebile.
La tragedia di Rabat segna l’ottavo decesso su strada di quest’anno, un numero che purtroppo si avvicina a quello dell’anno scorso.
Sicurezza? A Malta non esiste!
Spiteri ha lanciato un duro monito: “Quello che è successo martedì non è una tendenza, ma deve servire come lezione. La sicurezza deve essere la nostra priorità assoluta.” Il dottore non ha usato mezzi termini per denunciare una grave mancanza culturale nell’isola. “Non abbiamo una cultura della sicurezza a Malta. La sicurezza è sempre l’ultima cosa a cui pensiamo, in tutti i settori, non solo alla guida” ha dichiarato con fermezza.
“Indossare la cintura di sicurezza, ridurre la velocità, mettere il casco, evitare l’alcol al volante e non guidare quando si è stanchi, sono precauzioni essenziali che dovrebbero essere automatiche per tutti,”
ha aggiunto, sottolineando la necessità di una maggiore consapevolezza.
Più auto, meno attenzione, più pericoli
Quando gli è stato chiesto se ci fosse un aumento degli incidenti mortali dovuti alla guida in stato di ebbrezza o all’eccesso di velocità, Spiteri ha risposto che ci sono molti fattori in gioco. “Vediamo un numero crescente di auto sulle strade, e la gente sembra sempre meno attenta. Non è solo l’alcol a causare tragedie; vediamo anche persone esauste, sovraccariche di lavoro, impazienti. Stiamo diventando una nazione sempre meno consapevole e serena, e questo si riflette nel modo in cui guidiamo.”
“Cosa avrei potuto fare per salvarli?”
Spiteri ha parlato apertamente dell’impatto psicologico e fisico che una giornata come quella di martedì ha avuto sul suo team. “È piena estate, e corriamo contro il tempo per arrivare dalle vittime. Questo tipo di pressione è devastante”
ha spiegato.
Nel frattempo, tra un incidente e l’altro, il team è costretto a tornare rapidamente in ospedale per rifornirsi e prepararsi per la prossima chiamata critica. “Il nostro compito è salvare vite, ma in giornate come quella di martedì, ci chiediamo cosa abbiamo fatto di sbagliato. Dobbiamo però accettare che ci sono ferite talmente gravi che non si può fare nulla.”
Spiteri ha concluso con un appello al rispetto e alla responsabilità sociale. “Dietro ogni morte c’è una famiglia. Dobbiamo essere più gentili con le nostre parole, soprattutto online,” ha detto, riferendosi ai commenti spietati che spesso seguono una tragedia stradale.
Crediti: Polizia