Tutti i sacchi grigi di Malta arrivano all’impianto Magħtab ogni giovedì, dove vengono aperti meccanicamente e caricati su una serie di nastri trasportatori lungo i quali i rifiuti vengono separati in diverse categorie.
Gli operai rimuovono prima i sacchetti di plastica, permettendo ai rifiuti di fluire in un separatore balistico che separa gli oggetti 2D da quelli 3D. Gli oggetti sottili e piatti, come carta e cartone, vengono indirizzati in una direzione, mentre i contenitori, come bottiglie e lattine, vanno in un’altra.
Forti magneti raccolgono poi le lattine di metallo, lasciando i contenitori di plastica che, a loro volta, passano su un altro nastro trasportatore e in una macchina in grado di rilevare ogni tipo di plastica in una frazione di secondo.
Un getto d’aria soffia la plastica trasparente in un contenitore e la plastica colorata in un altro. La plastica trasparente e quella colorata vengono imballate e vendute per il riciclaggio separatamente.
I rifiuti passano poi su altri nastri trasportatori presidiati da operai che selezionano manualmente gli oggetti rimanenti che riescono a sfuggire all’occhio delle macchine altamente sofisticate.
I rifiuti separati vengono infine pressati in modo estremamente stretto in balle del peso di circa 800 chilogrammi ciascuna, e venduti all’estero per il riciclaggio.
“Veniamo pagati per i rifiuti che esportiamo e abbiamo un’ottima reputazione internazionale per l’esportazione di rifiuti riciclabili di alta qualità”, ha detto Bilocca.
“Fino a qualche anno fa, circa il 95% dei rifiuti di Malta veniva gettato in discarica. Abbiamo ridotto questa percentuale del 10 percento, ma dobbiamo ridurla a solo il 10 percento entro il 2035. Quindi, siamo migliorati, ma c’è ancora molto da fare”.
