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Economia

Malta sull’orlo del collasso: promesse elettorali o riforme vere?

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Le strade di Malta sono un caos di traffico e il trasporto pubblico lascia a desiderare. Ma è solo la punta dell’iceberg. Dietro ogni tornata elettorale si nascondono promesse dorate e visioni scintillanti: il miraggio di una Malta che supera i vicini europei, che diventa un modello economico globale e un leader mondiale. Eppure, dietro questi sogni scintillanti, c’è una realtà che nessuno vuole affrontare.

La verità è che le discussioni politiche si concentrano troppo spesso su vittorie a breve termine, pensate per ottenere voti, piuttosto che su un piano reale che prepari Malta per le generazioni future. Siamo intrappolati in una giostra di promesse elettorali irrealistiche, dominate dalla logica partigiana, che si trasformano in slogan vuoti una volta passata l’euforia delle elezioni.

Se vogliamo davvero costruire un futuro migliore, dobbiamo cambiare prospettiva. Il vero progresso non si conquista con le parole, ma con azioni coraggiose e riforme profonde.  E sì, questo significa prendere decisioni impopolari, affrontare sacrifici e sfidare interessi radicati.

Un cambiamento vero farà male. Costerà voti. Sarà impopolare. Ma è l’unico prezzo da pagare per il progresso.  – JP Fabri

Perché una visione sia credibile, deve basarsi su fondamenta solide e non su desideri irrealizzabili. La realtà è chiara:  il sistema attuale di Malta è al collasso sotto il peso di inefficienze croniche, strutture obsolete e politiche di breve respiro. È giunto il momento di superare le logiche elettorali e di creare un patto sociale che unisca tutti, oltre le fazioni politiche.

Un tale patto sociale richiede sacrifici condivisi e riforme audaci, non promesse che svaniscono il giorno dopo le elezioni. Uno dei pilastri di questo cambiamento è l’istruzione. Abbiamo tergiversato troppo a lungo, tappando le falle di un sistema educativo che non prepara i giovani alle sfide del futuro. Serve una rivoluzione: più investimenti negli insegnanti, programmi scolastici moderni e una cultura che promuova il pensiero critico e l’apprendimento continuo.

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Anche la sanità deve essere al centro di una vera visione per Malta. Dobbiamo andare oltre la cura delle emergenze e abbracciare la prevenzione e il benessere.  Affrontare la salute mentale e sessuale non può più essere un tabù: devono diventare priorità nazionali con risorse adeguate e un accesso garantito per tutti. Allo stesso tempo, bisogna intervenire sulla crescente crisi della salute metabolica, con un piano nazionale che promuova un’alimentazione sana, l’attività fisica regolare e l’educazione sanitaria fin dalla giovane età.

“Investendo nella prevenzione e nel benessere, possiamo alleggerire il peso sul sistema sanitario e costruire una società più sana e resiliente.”  – JP Fabri

Non possiamo ignorare l’inefficienza del nostro governo. Il sistema legislativo e amministrativo è un relitto del passato.  È ora di ridurre il numero di parlamentari, introdurre deputati a tempo pieno pagati equamente e responsabili delle loro azioni, e riorganizzare le funzioni governative per eliminare sprechi e migliorare l’efficienza.

Un altro tema scottante riguarda i pacchetti retributivi per i ministri: se vogliamo una leadership competente, dobbiamo essere disposti a investire, ma in un quadro trasparente e responsabile.

E poi ci sono le sfide quotidiane, quelle che influenzano davvero la qualità della vita: il traffico paralizzante, un sistema di trasporti pubblici che non funziona e pratiche di gestione dei rifiuti ormai inadeguate. Questi problemi non sono dettagli trascurabili, ma veri e propri ostacoli alla produttività e alla coesione sociale. Risolverli richiede cambiamenti difficili, investimenti consistenti e la volontà di affrontare le critiche. Ma senza questi interventi, qualsiasi visione resterà un sogno irraggiungibile.

Il futuro di Malta dipende dalla capacità di unire la popolazione in un processo sociale che vada oltre le urne. È necessario creare piattaforme che coinvolgano tutti gli attori – dalla società civile alle imprese, dagli educatori ai politici – per costruire un percorso basato sui bisogni reali del Paese e non sulle promesse elettorali.

È il momento di affrontare verità scomode e di fare scelte difficili per il bene comune. La posta in gioco è troppo alta per continuare come al solito.

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Non si tratta di inseguire record o obiettivi irraggiungibili. Si tratta di costruire una società sostenibile, resiliente e giusta da lasciare in eredità ai nostri figli. Il tempo stringe. Siamo pronti a fare ciò che è necessario?

Foto: Matthew Mirabelli

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