La Francia si trova sull’orlo di una crisi politica senza precedenti, con l’esecutivo del Primo Ministro Michel Barnier che rischia di essere spazzato via dopo appena tre mesi di governo. Una mozione di sfiducia, scatenata dall’uso dei poteri esecutivi per approvare una controversa legge sulla sicurezza sociale, sta per essere messa ai voti e potrebbe segnare la fine più rapida di un governo nella storia della Quinta Repubblica.
La tensione è palpabile: da una parte la sinistra radicale di France Insoumise (LFI), pronta a presentare la mozione; dall’altra, l’estrema destra di Marine Le Pen, che si unisce in un’alleanza insolita e controversa per abbattere l’attuale leadership. “È un momento di grande responsabilità per i deputati”, ha dichiarato Barnier in televisione, esprimendo un cauto ottimismo: “Penso sia possibile un riflesso di responsabilità che vada oltre le divergenze politiche e le contraddizioni democratiche, per il bene superiore del Paese.”
Mentre il Parlamento si prepara al voto decisivo, l’intera nazione guarda al presidente Emmanuel Macron, che si trova in Arabia Saudita per un incontro diplomatico. “Non ha senso parlare di dimissioni” ha affermato Macron rispondendo ai critici che lo ritengono responsabile di questa crisi, aggiungendo: “Sono stato eletto due volte dal popolo francese. Onorerò questo mandato con tutta la mia energia fino all’ultimo secondo.”
Ma le critiche si moltiplicano: “È colpa del presidente. Ha sciolto il parlamento e chiamato elezioni anticipate,”
ha accusato Emmanuel Parisot, residente di Strasburgo. E i numeri parlano chiaro: un sondaggio recente rivela che il 52% dei francesi vorrebbe vedere Macron dimettersi, preoccupati soprattutto per il potere d’acquisto sempre più in bilico.
Nel frattempo, Michel Barnier affronta sfide colossali: un piano di tagli per 60 miliardi di euro entro il 2025 per ridurre il deficit pubblico, accompagnato da concessioni all’opposizione, non sono bastati a calmare le acque. Marine Le Pen, in particolare, rimane ferma nella sua opposizione al bilancio proposto per il 2025.
E mentre il caos politico si intensifica, emergono ipotesi su una strategia rischiosa di Le Pen. Attualmente sotto processo per appropriazione indebita, potrebbe tentare di accelerare una caduta del governo per anticipare nuove elezioni e correre all’Eliseo prima della sentenza. Gli analisti parlano di una mossa ad alto rischio che potrebbe ribaltare completamente il panorama politico.
Se il governo di Barnier cadesse, sarebbe la prima sfiducia riuscita contro un esecutivo dal 1962. E con soli tre mesi in carica, sarebbe anche il governo più breve della storia della Quinta Repubblica.
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