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Corea del Sud, caos politico: Yoon verso l’impeachment?

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Un dramma politico senza precedenti ha scosso la Corea del Sud, con il presidente Yoon Suk Yeol al centro di uno scandalo che potrebbe segnare la sua caduta. Migliaia di cittadini in piazza, accuse di insurrezione, e una richiesta sempre più forte di impeachment: è questa l’eredità lasciata dal tentativo lampo di Yoon di imporre la legge marziale per la prima volta in oltre 40 anni.

“Non ci fermeremo finché Yoon non si dimetterà!”, hanno urlato i leader del Partito Democratico, mentre i loro parlamentari si facevano strada tra recinzioni e agenti di sicurezza per opporsi al provvedimento. In contemporanea, folle di manifestanti si sono riunite fuori dall’Assemblea Nazionale, sventolando bandiere sudcoreane e intonando cori come “Arrestate Yoon Suk Yeol!” .

Yoon ha giustificato la sua azione con un annuncio televisivo, sostenendo che fosse necessaria per affrontare le minacce della Corea del Nord e “eliminare le forze anti-stato che saccheggiano la libertà e la felicità del nostro popolo” . Tuttavia, il piano si è rapidamente trasformato in un incubo politico. Nonostante l’intervento di oltre 280 soldati e 24 elicotteri per chiudere il parlamento, 190 legislatori hanno sfidato i militari armati e hanno votato contro la legge, costringendo Yoon a ritirarla.

In un discorso trasmesso alle 4:30 del mattino, Yoon ha dichiarato: “Abbiamo ricevuto la richiesta dell’Assemblea Nazionale di revocare lo stato d’emergenza e, di conseguenza, abbiamo ritirato le truppe” . Nonostante ciò, le dimissioni del presidente sono diventate la richiesta principale di oppositori, sindacati e persino membri del suo stesso partito.

Il Partito Democratico ha annunciato che presenterà accuse formali di insurrezione contro Yoon, i suoi ministri della Difesa e degli Interni, e figure militari chiave coinvolte nel tentativo di imporre la legge marziale. “Ha tracciato da solo il suo cammino verso l’impeachment,”  ha dichiarato Lim Myeong-pan, un manifestante che ha sfidato il freddo fuori dal parlamento.

Nel frattempo, il più grande sindacato della Corea del Sud ha proclamato uno sciopero generale a tempo indeterminato, dichiarando che non si fermerà finché Yoon non si sarà dimesso. Anche il leader del partito al governo, che finora aveva sostenuto il presidente, ha descritto il tentativo come “tragico”, chiedendo responsabilità per tutti i coinvolti.

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La reazione internazionale non si è fatta attendere. Gli Stati Uniti, che ospitano quasi 30.000 soldati sudcoreani, hanno espresso “profonda preoccupazione”, accogliendo con sollievo il ritiro della legge marziale. Il segretario di Stato Antony Blinken ha dichiarato: “Accogliamo con favore l’annuncio del presidente Yoon e ci aspettiamo che i disaccordi politici siano risolti pacificamente, nel rispetto dello stato di diritto” . Anche la Cina e il Giappone hanno monitorato la situazione con attenzione, invitando rispettivamente i propri cittadini a esercitare cautela e a seguire con calma gli sviluppi.

Questa crisi arriva in un momento già difficile per Yoon, il cui consenso è crollato al 19% dopo settimane di critiche per la gestione dell’economia e scandali che coinvolgono la moglie Kim Keon Hee. Ora, con un Paese spaccato e nuove manifestazioni attese nei prossimi giorni, il futuro politico del presidente sembra sempre più incerto.

Foto: [Archivio Times Of Malta]

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