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Luke Seguna. Foto: Facebook, Victor Fenech
Il computer portatile dell’ex parroco di Marsaxlokk Luke Seguna, accusato di frode, sequestrato dal tribunale, non si trova nella sala prove del tribunale, ha dichiarato un magistrato.
L’esperto del tribunale Keith Cutajar ha raccontato al magistrato Rachel Montebello di essere stato nominato dal tribunale per esaminare il contenuto del portatile.
Ma quando ha chiesto all’addetto ai reperti il dispositivo, un Mac Book, non è stato possibile trovarlo.
Ha detto che il portatile è stato esposto in tribunale dall’accusa il 19 giugno 2023. Poiché è ingombrante, non viene conservato insieme ai documenti del tribunale, ma viene inviato alla sala reperti dopo che gli è stato assegnato un numero di registrazione.
Cutajar ha raccontato che, quando ha chiesto il portatile e ha prodotto le date e il numero di matricola, l’addetto ai reperti gli ha detto: “Non riusciamo a trovare il portatile”.
Il magistrato ha ordinato che l’addetto ai reperti sia convocato a testimoniare nella prossima seduta insieme all’agente di polizia che lo ha esibito.
L’ufficiale stava testimoniando nell’ambito della raccolta di prove contro don Luke Seguna, che è accusato di frode, appropriazione indebita e riciclaggio di denaro; i pubblici ministeri sostengono che abbia truffato circa 150 dei suoi parrocchiani per circa 500.000 euro nell’arco di 10 anni.
Nega le accuse.
Nel corso di diverse sedute tenutesi a partire dallo scorso agosto, numerosi parrocchiani hanno testimoniato il lavoro prezioso svolto da don Luke per la chiesa parrocchiale e per gli abitanti di Marsaxlokk, alcuni dei quali hanno affermato di sentire la mancanza delle sue azioni caritatevoli.
I testimoni hanno raccontato di aver donato volentieri fondi con il sistema “arburale”, mentre altri hanno spiegato che erano soliti donare denaro al sacerdote perché lo usasse come meglio credeva.
Tuttavia, i pubblici ministeri sostengono che il sacerdote possedeva centinaia di migliaia di euro in vari conti bancari, insieme a una collezione di cinque moto e due auto, nonostante un reddito relativamente magro come ecclesiastico.
Diverse transazioni bancarie sospette avevano fatto scattare le indagini della polizia nei suoi confronti.
Circa 148.000 euro sono stati presumibilmente rintracciati in società di elaborazione dei pagamenti collegate a un sito porno, mentre la polizia ha anche rintracciato diversi assegni per un totale di circa 18.000 euro emessi da terzi a favore del sacerdote.
Il caso continua.
L’accusa è stata affidata agli avvocati Andrea Zammit e Ramon Bonett Sladden. Gli avvocati Matthew Xuereb e Alex Scerri Herrera erano i difensori. L’avvocato Stefano Filletti è comparso come parte civile
per conto dell’Arcidiocesi di Malta.