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regno unito ed europa a un bivio: il summit di maggio cambierà tutto?

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Cinque anni dopo il divorzio traumatico dall’Unione Europea, il Regno Unito sembra pronto a riavvicinarsi al suo ex partner. Il primo ministro Keir Starmer ha annunciato che ospiterà a maggio un summit con i vertici dell’UE, una mossa che potrebbe segnare un vero e proprio punto di svolta nelle relazioni tra Londra e Bruxelles. Ma fino a che punto Starmer è disposto a spingersi?

Il 19 maggio Downing Street accoglierà il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen per il primo di una serie di incontri annuali tra il Regno Unito e l’UE. Un appuntamento che segna la chiara volontà del premier laburista di ricucire i rapporti con l’Europa, dopo anni di scontri e incertezze successive alla Brexit. “Il primo vertice Regno Unito-UE sarà un’opportunità per fare progressi su aree che porteranno benefici concreti ai cittadini britannici ed europei e rafforzerà ulteriormente il rapporto unico tra il Regno Unito e l’Unione Europea” , ha dichiarato un portavoce del governo britannico.

L’annuncio arriva subito dopo un altro evento storico: lunedì Starmer è diventato il primo premier britannico post-Brexit a partecipare a un vertice con tutti e 27 i leader europei a Bruxelles. Un gesto simbolico, che segna una netta differenza rispetto ai suoi predecessori. Ma Starmer non si è fermato qui: nel giro di pochi giorni ha accolto il cancelliere tedesco Olaf Scholz e si prepara a ricevere i primi ministri di Danimarca e Paesi Bassi, Mette Frederiksen e Dick Schoof.

Dietro questa frenetica attività diplomatica c’è un obiettivo preciso: risollevare l’economia britannica, oggi stagnante. Per farlo, Starmer sa che ha bisogno di nuovi accordi con l’Europa, ma deve muoversi con estrema cautela. Il tema Brexit è ancora esplosivo nel Regno Unito e una mossa azzardata potrebbe scatenare una tempesta politica. Per questo ha già tracciato delle linee rosse  invalicabili: niente ritorno al mercato unico, nessuna adesione all’unione doganale e nessuna riapertura alla libertà di movimento.

Nonostante la sua prudenza, la politica britannica è in fermento. Il partito di estrema destra Reform UK, guidato dall’architetto della Brexit Nigel Farage, è in forte ascesa. Un sondaggio YouGov pubblicato lunedì ha addirittura registrato Reform al 25%, superando il Labour di Starmer di un punto. Il margine d’errore rende il dato ancora incerto, ma il segnale è chiaro: la Brexit è tutt’altro che un capitolo chiuso per gli elettori britannici.

Starmer punta comunque a rivedere l’Accordo di Commercio e Cooperazione con l’UE, che dovrà essere rinegoziato nel 2026. Le modifiche più probabili? Un nuovo patto veterinario per agevolare l’export dei prodotti agricoli britannici e un accordo per il riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali.

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L’UE, dal canto suo, spinge per un programma di mobilità per i giovani under 30, ma il governo britannico ha già bocciato l’idea. Più concreta, invece, è la possibilità che il Regno Unito aderisca a un sistema doganale paneuropeo e nordafricano che permetterebbe il commercio senza dazi su alcune merci. Un altro nodo critico nei negoziati? L’accesso dei pescatori europei alle acque britanniche, un tema che si preannuncia infuocato.

Il clima, però, sembra positivo. Antonio Costa ha parlato di “una nuova energia positiva nelle nostre relazioni e un chiaro interesse per una stretta cooperazione” , segno che da entrambe le parti c’è voglia di dialogo.

Il governo britannico, per bocca del ministro Nick Thomas-Symonds, responsabile dei negoziati con l’UE, ha garantito un approccio “spietatamente pragmatico” . Un chiaro segnale che Starmer vuole risultati concreti e non sterili dispute politiche.

Il vertice di maggio potrebbe rappresentare il primo vero passo verso un riavvicinamento tra il Regno Unito e l’Unione Europea. Ma la strada resta incerta, soprattutto con l’incognita degli equilibri internazionali: la possibile rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca e le sue minacce di guerra commerciale con l’Europa potrebbero mettere i bastoni tra le ruote a Starmer.

Ma il premier britannico ha voluto chiarire che il Regno Unito non si farà schiacciare dalle tensioni geopolitiche. “Non è una scelta tra Europa e Stati Uniti” , ha affermato con fermezza. Londra vuole riallacciare i rapporti con Bruxelles, ma senza rinunciare alla sua storica alleanza con Washington.

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