Una nave carica di esplosivi diretta in Israele e bloccata dalle autorità maltesi ha scatenato una vera e propria battaglia diplomatica nei nostri mari. La nave mercantile MV Kathrin
, protagonista di polemiche infuocate, ha cambiato bandiera e ora naviga sotto la Germania, dirigendosi lontano da Malta. Ma cosa nasconde davvero questo misterioso cargo?
All’inizio di ottobre, la Kathrin
è stata fermata da Malta, con Moviment Graffitti che ha accusato il governo di essere complice di un vero e proprio “genocidio in Palestina” se avesse permesso l’ingresso della nave. La pressione è stata tale da spingere le autorità maltesi a negare qualsiasi accesso. Ma la storia non finisce qui.
Un portavoce di Transport Malta ha confermato che “l’autorità è stata informata del cambio di bandiera”, ma ha precisato che il passaggio è avvenuto al di fuori delle acque territoriali maltesi, rendendo impossibile un intervento diretto. “Le autorità maltesi non hanno giurisdizione sui cambi di bandiera, dato che la nave era originariamente registrata sotto la bandiera del Portogallo (Madeira). Non è stata necessaria alcuna approvazione da parte di Malta”
ha spiegato il portavoce.
Ma la Kathrin
non si è arresa facilmente: ha richiesto “diversi permessi alle autorità maltesi, tutti respinti”. Tra questi, un’ispezione per il cambio di equipaggio, che però è stata categoricamente rifiutata. Ora la nave, tracciata dal sito Marine Traffic, si sta allontanando da Malta in direzione nord-est, verso le coste della Sicilia, quasi come in una fuga disperata da uno scenario sempre più complesso.
E la tensione non si ferma qui. Già ad agosto, la Kathrin aveva fatto notizia quando le autorità namibiane le avevano negato l’accesso ai loro porti, dopo aver scoperto che trasportava esplosivi destinati a Israele. La situazione è precipitata quando Francesca Albanese, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite per la Palestina, ha dichiarato pubblicamente su X (ex Twitter) che la nave trasportava otto container pieni di componenti chiave per bombe e missili, che Israele stava utilizzando contro Gaza. “Sono estremamente preoccupata che la nave stia navigando sotto bandiera portoghese. Potrebbe trattarsi di una violazione della Convenzione sul Genocidio”
ha avvertito Albanese.
L’appello di Amnesty International non è tardato ad arrivare: l’organizzazione ha sollecitato Slovenia, Montenegro e Portogallo a negare alla nave l’accesso ai propri porti, evidenziando “il chiaro rischio che tale carico possa contribuire alla commissione di crimini di guerra a Gaza“.
Nel frattempo, l’ambasciatore israeliano a Malta, Ze’ev Boker, ha parlato apertamente delle difficoltà di mantenere il supporto internazionale durante questo conflitto, ammettendo che “naturalmente” il sostegno è diminuito con il protrarsi della guerra. “Il pubblico internazionale è meno esposto alla sofferenza del popolo israeliano rispetto a quella dei palestinesi di Gaza” ha dichiarato. Rispondendo alle accuse di crimini di guerra, Boker ha riconosciuto che rappresentano una “sfida
” per Israele, ma ha aggiunto che ogni Paese ha il diritto di indagare su se stesso secondo il diritto internazionale.
Foto: Marco Schoone/marinetraffic.com.