Otto paesi dell’Unione Europea: Italia, Germania, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Slovacchia e Portogallo; si sono presentati alla riunione sugli Standard Euro 7 che la Commissione vorrebbe in vigore tra due anni.
Il regolamento chiede all’industria di sviluppare motori più puliti. Si tratterebbe di investimenti ingenti che i costruttori ritengono vani davanti allo stop ai motori termici nel 2035
già concordato e in attesa solo della ratifica finale.
L’auto a zero emissioni è già rottamata
Proprio sull’auto a zero emissioni di CO2 l’Italia ha bloccato l’accordo già blindato dall’ultimo via libera del Parlamento europeo lo scorso 14 febbraio. Un’opposizione che tocca anche la proposta più recente di Bruxelles di avere già dal 2030 bus cittadini a zero emissioni e di tagliare in modo progressivo – del 45% al 2030, del 65% al 2035 e del 90% al 2040 – le emissioni per le flotte degli altri mezzi pesanti nuovi. «Evviva la transizione ecologica ma che non sia imposta per legge da Bruxelles», è l’avvertimento lanciato dal vice premier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini
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Il compromesso E-
L’Unione Europea va verso un’apertura nei confronti degli e-fuel. Ovvero i carburanti di ultima generazione probabilmente utilizzabili anche dopo il termine stabilito del 2035. Da Bruxelles, dunque, potrebbe arrivare una dichiarazione sul possibile ruolo dei cosiddetti e-fuel, anche dopo che il divieto
dei motori a combustione sarà entrato in vigore.