In un mondo sempre più digitalizzato, dove le aziende fintech sono considerate pionieri di un’innovazione senza confini, sembrerebbe che la geografia non abbia più alcuna importanza. Eppure, una recente ricerca firmata da Olegs Cernisevs, Dottore in Scienze e CTO di Blackcatcard, rivela una verità scioccante: nonostante le operazioni digitali, la posizione fisica di una fintech è ancora un fattore decisivo per la sua efficienza operativa e la gestione dei rischi.
A dispetto della digitalizzazione dei servizi finanziari, che ha in parte ridotto la dipendenza dalla geografia, le infrastrutture fisiche restano essenziali. Data center, uffici e filiali locali non sono semplici dettagli, ma nodi cruciali per il funzionamento delle fintech. Ma cosa accade quando queste strutture si trovano in regioni vulnerabili a rischi ambientali, come inondazioni, terremoti o condizioni climatiche estreme? Secondo lo studio pubblicato su Geographies
, i rischi derivanti dalla geografia possono influenzare pesantemente le operazioni aziendali, mettendo a rischio la sicurezza dei dipendenti e l’efficienza dei processi aziendali.
La doppia faccia dei rischi: umani e operativi
I rischi legati alla sicurezza umana sono particolarmente gravi quando le aziende fintech operano in zone soggette a disastri naturali o inquinamento, mettendo in pericolo la salute e l’incolumità del personale. Ma non è tutto: i rischi operativi – come le interruzioni dovute a danni alle infrastrutture o a black-out energetici – possono mandare in tilt l’intera attività delle fintech.
Tuttavia, è interessante notare che altri tipi di rischi, come quelli relativi alla governance o alle problematiche ICT, sembrano essere meno influenzati dalla geografia, suggerendo che le sfide ambientali colpiscono in modo più diretto gli aspetti fisici e umani delle operazioni fintech.
Nonostante i rischi, la geografia può trasformarsi anche in un vantaggio strategico. Insediarsi in hub finanziari come Francoforte, Singapore o Londra consente alle fintech di attingere a ecosistemi vibranti, pieni di investitori, talenti e supporto normativo. In queste città, regolamentazioni favorevoli e frameworks per le licenze creano un ambiente in cui le fintech possono espandersi velocemente, restando al contempo pienamente conformi alle normative locali.
Malta: la geografia che diventa vantaggio competitivo
Malta è l’esempio perfetto di come la geografia possa essere messa al servizio dell’innovazione. Il governo maltese, insieme alla Malta Financial Services Authority (MFSA), ha fatto della creazione di un ecosistema fintech uno degli obiettivi primari, attirando tanto startup quanto grandi nomi del settore tecnologico. Grazie a questa strategia mirata, Malta ha creato un ambiente fiorente per le imprese tecnologiche, una vera e propria fucina di talento.
In aggiunta al supporto istituzionale e normativo, il clima caldo e piacevole di Malta rappresenta un ulteriore vantaggio, rendendo l’isola una destinazione molto più allettante rispetto ad altri paesi tecnologicamente avanzati ma con climi più freddi. Questo mix perfetto di opportunità professionali e qualità della vita ha contribuito a fare di Malta una delle mete più ricercate nel panorama fintech internazionale.
Conclusioni: geografia come opportunità
Con l’espansione globale delle fintech, affrontare le sfide derivanti dalla geografia sarà fondamentale per il loro successo. Anche se gli strumenti digitali possono mitigare alcune difficoltà, il mondo fisico continua a giocare un ruolo imprescindibile.
Adattarsi alle condizioni locali e proteggere risorse e dipendenti diventerà cruciale. E, con le giuste strategie, una posizione geografica non deve essere vista come una limitazione, ma come un’opportunità.
Per le aziende fintech, la geografia può trasformarsi in un vantaggio strategico che diventa il fondamento della resilienza e della crescita. Una location ben scelta non è più solo un indirizzo, ma il cuore pulsante della loro espansione.
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