Durante i “saldi” e le offerte promozionali, i rivenditori devono mostrare non solo la percentuale di sconto, ma anche il prezzo finale ridotto. Foto: Shutterstock.com
In un’economia di libero mercato, un’indicazione chiara e precisa dei prezzi è essenziale per consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli. Durante lo shopping alla ricerca delle migliori offerte, è fondamentale che i consumatori abbiano informazioni accurate e trasparenti sui prezzi dei prodotti che stanno considerando. Il diritto a un’informazione chiara e corretta è infatti un diritto fondamentale del consumatore.
Il mandato prevede che i prezzi siano indicati in modo visibile su tutti i prodotti esposti in vendita, compresi quelli esposti nelle vetrine dei negozi. Non è infatti legalmente accettabile che i cartellini dei prezzi dei prodotti esposti in vetrina siano nascosti alla vista dei consumatori.
La normativa specifica inoltre che quando sono esposti più articoli dello stesso tipo, dimensione, tipo o marca, è sufficiente che il venditore esponga il prezzo su uno solo degli articoli o in prossimità di essi, ad esempio sullo scaffale in cui si trovano gli articoli o su un listino prezzi vicino. Ciò è accettabile, purché i consumatori possano identificare chiaramente i prezzi dei prodotti offerti in vendita senza richiedere l’assistenza del venditore.
La stessa normativa prevede che i venditori espongano i prezzi in euro e che il prezzo indicato sui prodotti corrisponda al prezzo finale applicato al bancomat. Inoltre, i prezzi indicati devono essere comprensivi di IVA e di ogni altra imposta o tassa obbligatoria.
Se il prezzo praticato è superiore a quello esposto, tale pratica è considerata ingannevole e quindi i consumatori possono insistere per pagare il prezzo esposto. Se il venditore nega la richiesta dei consumatori, questi ultimi possono denunciare il venditore e presentare un reclamo al MCCAA.
L’obiettivo principale di queste norme è impedire ai venditori di aumentare artificialmente il prezzo di riferimento, ingannando così i consumatori
L’obbligo di indicare il prezzo finale e corretto dei prodotti si applica anche durante i “saldi” e le offerte promozionali. I rivenditori devono indicare non solo la percentuale di sconto, ma anche il prezzo finale ridotto.
Inoltre, quando annunciano una riduzione di prezzo, i rivenditori devono indicare anche il prezzo precedente all’applicazione dello sconto. La legge specifica che il prezzo di confronto, o il prezzo prima dello sconto, deve essere il prezzo più basso al quale il prodotto è stato venduto dal rivenditore nei 30 giorni precedenti la vendita. Se il prodotto è in vendita da meno di 30 giorni, il prezzo di confronto deve essere il prezzo più basso al quale il prodotto era disponibile prima dell’inizio della vendita.
Nei casi in cui una riduzione di prezzo aumenta progressivamente durante una promozione o un periodo di saldi, il prezzo di riferimento dovrebbe essere quello a cui la merce era venduta prima della riduzione iniziale.
L’obiettivo principale di queste norme è impedire ai venditori di aumentare artificialmente il prezzo di riferimento, ingannando così i consumatori.
Un altro obbligo dei venditori è quello di esporre due prezzi per le merci vendute per unità di peso o volume. Uno dei due prezzi deve riflettere il prezzo effettivo di una quantità specifica del prodotto, come ad esempio il costo di 100 grammi di formaggio. L’altro prezzo è il prezzo unitario, che deve indicare il costo per chilo o per litro.
Questo doppio prezzo si applica anche ai prodotti preconfezionati, compresi gli alimenti venduti in quantità prestabilite o variabili. Per i prodotti solidi preconfezionati conservati in un liquido, il prezzo unitario deve essere basato sul peso dell’alimento solido escluso il liquido.
I consumatori devono notare che i venditori non sono tenuti a indicare i prezzi dei prodotti pubblicizzati, a meno che l’annuncio non inviti direttamente i consumatori ad acquistare il prodotto attraverso metodi di vendita a distanza, come ad esempio online. Inoltre, il Regolamento sull’indicazione dei prezzi non si applica alla vendita di opere d’arte o d’antiquariato, né ai beni forniti come parte di un servizio. Anche i beni destinati alla rivendita o quelli venduti all’asta sono esenti dall’indicazione dei prezzi.
Per quanto riguarda i servizi, la legge impone ai commercianti di fornire ai consumatori determinate informazioni, tra cui i prezzi. Se il prezzo non può essere predeterminato, i venditori devono spiegare il metodo di calcolo del prezzo. Inoltre, è responsabilità dei consumatori assicurarsi di essere pienamente informati di tutti i costi prima di accettare un acquisto o di firmare un contratto di vendita.
Quando i prezzi non sono esposti o sono indicati in modo errato, i consumatori possono segnalare queste violazioni all’Ufficio per gli Affari dei Consumatori presso il MCCAA. Le segnalazioni possono essere effettuate tramite il numero verde 8007 4400 o utilizzando il modulo disponibile sul sito web del MCCAA.
Odette Vella è direttore della Direzione Informazione e Ricerca del MCCAA.