Una scia di sangue e fuoco scuote il Medio Oriente: il generale iraniano Abbas Nilforoushan è stato ucciso insieme al leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, in un attacco aereo devastante su Beirut. Una ferita aperta che promette di incendiare la regione. Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha subito lanciato un avvertimento inquietante: “Questo crimine orribile non resterà senza risposta.”
Venerdì notte, un raid israeliano ha colpito il cuore del potere di Hezbollah, lasciando dietro di sé il cadavere del generale Nilforoushan, uno dei massimi comandanti della Forza Quds, l’elite operativa dei Guardiani della Rivoluzione Islamica. Ma non è tutto: insieme a lui, è caduto Hassan Nasrallah, una figura chiave per il Libano e l’Iran. Araghchi non ha esitato a minacciare: “L’aggressione sionista pagherà un prezzo salato.”
E ha aggiunto che l’Iran userà ogni mezzo possibile per “perseguire i criminali e i loro complici” su ogni piano, da quello diplomatico a quello internazionale.
L’uccisione di Nasrallah ha provocato un’onda di choc in tutto l’Iran. Hezbollah, la potente organizzazione libanese da anni sostenuta dall’Iran, ha perso il suo leader più carismatico. Teheran ha subito dichiarato che la vendetta sarà “decisa ai più alti livelli dello Stato” e avverrà “quando meno se lo aspetteranno”. Le parole di Javad Zarif, vicepresidente iraniano per gli affari strategici, riecheggiano come una sinistra promessa: “La nostra risposta sarà terribile e arriverà nel momento che noi sceglieremo.”
La Guida Suprema dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha definito Nasrallah un “martire” e ha proclamato cinque giorni di lutto nazionale. Le strade iraniane, nel frattempo, si sono riempite di migliaia di manifestanti furiosi per l’uccisione del generale Nilforoushan e di Nasrallah, gridando vendetta contro Israele. Il segretario del Consiglio dei Guardiani, Ahmad Jannati, ha rilanciato la minaccia con parole ancora più dure: “Israele riceverà una risposta devastante. La fine del regime sionista è vicina.”
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