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Natale e il peso della povertà: riflettere prima di festeggiare

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La magia del Natale si avvicina a grandi passi, ma quante volte ci fermiamo davvero a riflettere sul suo vero significato? La corsa sfrenata al consumismo ha trasformato questa festa in un vortice di “spendi, spendi e spendi”  che ci fa dimenticare il valore della condivisione e della solidarietà. Siamo così presi dall’appagamento immediato che distogliamo lo sguardo dalla povertà e dalla sofferenza che ci circondano.

Il Natale dovrebbe essere un momento per abbracciare l’inclusività e costruire una società più equa. Invece, troppo spesso escludiamo chi è diverso da noi, chi vive ai margini. Ci sentiamo migliori donando qualche euro al Community Chest Fund o al Dar tal-Providenza, ma ci chiediamo davvero perché  queste donazioni siano così necessarie?

“Stiamo perdendo, se non abbiamo già perso, il senso del bene comune” , dicono alcuni. Anche se questa affermazione può sembrare eccessiva, c’è una verità che non possiamo ignorare: il nostro impegno per il bene collettivo è sempre più fragile.

Eppure, c’è speranza. Grazie a coloro che lavorano instancabilmente in associazioni civili, ONG, settori volontari e persino nella politica, il cambiamento è ancora possibile. Ma per eliminare davvero la povertà, non basta tamponare le ferite: dobbiamo estirpare le cause che la generano.

“Le donazioni non sono sufficienti a portare le persone fuori dalla povertà”.  È necessario guardare oltre e agire sulle vere ragioni che spingono tante persone sotto la soglia di povertà. Solo affrontando le disuguaglianze e promuovendo decisioni che favoriscano il bene comune possiamo fare la differenza.

I governi cercano di alleviare la povertà con sussidi, ma il vero obiettivo dovrebbe essere creare una società in cui questi sussidi non siano più necessari. Non esiste alcuna teoria economica che giustifichi l’esistenza della povertà o l’esclusione sociale.

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E l’esclusione non si ferma ai problemi economici. La solitudine, la mancanza di accesso all’istruzione o ai farmaci necessari sono altrettanto devastanti. Un sistema scolastico che fallisce con i giovani che non rientrano nei soliti stereotipi o medicinali essenziali che restano inaccessibili lanciano lo stesso messaggio desolante: “Non fate parte della nostra società” .

Con 40 anni di successo economico alle spalle, avremmo dovuto avere tutte le risorse necessarie per costruire una società davvero inclusiva. Eppure, quante volte quelle risorse sono state sprecate? Quante volte abbiamo preferito voltare lo sguardo? Questo non può continuare.

Un augurio sincero di un Natale pieno di speranza, riflessione e azioni concrete per un futuro migliore.

Foto: Shutterstock.com

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