Gli austriaci si sono svegliati per affrontare una scelta che potrebbe cambiare radicalmente il volto del loro paese. Domenica, le urne si sono aperte per un’elezione generale che potrebbe far trionfare per la prima volta nella storia l’estrema destra austriaca, con un sorpasso che lascerebbe i conservatori al palo. La Freedom Party of Austria (FPOe)
è a un passo da una vittoria epocale, con i sondaggi che la danno in testa. Ma attenzione: anche se dovessero vincere, riusciranno davvero a governare?
Dietro al successo inarrestabile dell’FPOe c’è lui, Herbert Kickl, il leader carismatico e pungente che dal 2021 ha risollevato il partito, macchiato dagli scandali del passato. Da quel momento, la rabbia degli elettori si è riversata sul partito di estrema destra, spinta dall’indignazione per l’immigrazione incontrollata, l’inflazione galoppante e le odiate restrizioni del COVID. La stessa rabbia che ha infiammato l’Europa e ha portato i partiti estremisti a emergere ovunque. Kickl lo sa bene e cavalca l’onda, con slogan taglienti e provocatori come “Provate coraggiosamente qualcosa di nuovo”
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Tra i suoi sostenitori c’è Angela Erstic, una 69enne che non nasconde la sua passione: “Voglio votare per Kickl dal profondo del cuore. Deve risolvere il problema dell’immigrazione”, ha confessato venerdì sera al termine di un comizio nel cuore di Vienna. I numeri parlano chiaro: l’FPOe si attesta al 27% delle preferenze, mentre il partito conservatore OeVP, guidato dal cancelliere Karl Nehammer, arranca dietro di appena due punti, con il 25%. Nehammer però non si arrende e nelle ultime settimane ha cercato di riguadagnare terreno, promettendo “stabilità invece che caos”
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Le operazioni di voto sono iniziate alle 7 di mattina e si chiuderanno alle 19, con le prime proiezioni attese poco dopo, una volta conteggiati i voti postali e quelli dei seggi che chiudono prima. Oltre 6,3 milioni di austriaci sono chiamati a decidere il futuro del paese.
Ma non tutti sono entusiasti del possibile trionfo di Kickl. “È un’elezione decisiva” ha affermato Rachel Schwarzboeck, 74 anni, un’austriaca con radici ebraiche e polacche. “Non voglio un regime nazista al potere in Austria”
, ha dichiarato con fermezza, ricordando come l’FPOe sia stato fondato da ex nazisti.
Non è la prima volta che l’FPOe si trova sotto i riflettori. Già nel 2000, quando entrò per la prima volta al governo con i conservatori, scoppiò un’ondata di proteste in tutta Europa e l’Austria venne sanzionata dall’Unione Europea. Da allora, i partiti di estrema destra hanno continuato la loro ascesa in tutta Europa, mentre i governi tradizionali si sono trovati a dover difendere le proprie posizioni, specie dopo le crisi legate alla pandemia e all’invasione russa in Ucraina.
Kickl, però, è convinto che “questa volta sarà diverso”. Durante un comizio davanti alla cattedrale di Vienna, ha promesso ai suoi sostenitori entusiasti che questa volta l’FPOe riuscirà a trionfare. Nel suo discorso, ha attaccato le sanzioni dell’UE contro la Russia, ha lanciato l’idea della “rimigrazione”
, ovvero l’espulsione di chi non si è integrato, e ha scagliato accuse contro il governo uscente.
Il partito conservatore OeVP
, che nel 2019 aveva ottenuto il 37% dei voti, ha visto un crollo vertiginoso, mentre il suo partner di coalizione, i Verdi, è sceso all’8%, circa la metà del supporto che aveva alle ultime elezioni.
Ma nonostante la crescita dell’FPOe, gli esperti avvertono: anche con il maggior numero di seggi, Kickl potrebbe non avere i numeri per governare. Nehammer ha ripetuto più volte che non lavorerà mai sotto Kickl, il quale ha già iniziato a definirsi il “Volkskanzler”, il cancelliere del popolo, evocando un titolo sinistramente legato alla figura di Adolf Hitler. L’unica possibilità per fermare Kickl potrebbe essere una coalizione a tre tra OeVP, i socialdemocratici e i liberali del NEOS
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Tuttavia, se l’OeVP riuscisse a ottenere un numero di seggi quasi pari all’FPOe, potrebbe anche profilarsi una coalizione inedita con l’estrema destra, sebbene Kickl si troverebbe relegato a un ruolo subordinato. Secondo Andreas Eisl, ricercatore presso l’Istituto Jacques Delors, “ci sono molte convergenze tra i due partiti su numerosi temi”, e non è da escludere che possano trovare “soluzioni creative”
per gestire la leadership di Kickl.
Le esperienze passate, tuttavia, non fanno ben sperare. Le coalizioni tra OeVP e FPOe sono sempre crollate in tempi brevi, come dimostra l’ultimo tentativo del 2019, affondato dopo solo un anno e mezzo a causa di uno scandalo di corruzione che ha travolto l’FPOe e fatto cadere l’allora leader conservatore Sebastian Kurz
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Foto: AFP