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resa dei conti Tory: quattro sfidanti per la rinascita del partito

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Il Regno Unito è in fermento: il partito Conservatore, ancora sanguinante dopo una sconfitta elettorale storica, si prepara a una battaglia interna che deciderà il futuro della politica britannica. Mentre i Tory si radunano a Birmingham per la loro conferenza annuale, l’atmosfera è elettrica. Quattro candidati si sfideranno per raccogliere l’eredità lasciata dall’ex premier Rishi Sunak, con un unico obiettivo: risollevare il partito dalle ceneri.

Sono passati solo tre mesi da quando il Labour di Keir Starmer ha strappato il potere ai Conservatori, e ora, per la prima volta dal lontano 2009, il partito si trova a fare i conti con l’opposizione. Una realtà amara, dopo quattordici anni di governo segnati da austerità, Brexit e scandali a non finire. Ma adesso è il momento della resa dei conti: Kemi Badenoch, Robert Jenrick, James Cleverly e Tom Tugendhat saliranno sul palco per convincere i propri colleghi e la base del partito che loro sono la persona giusta per riportare i Tories alla vittoria. “Sarà essenzialmente una sfilata di talenti” , ha dichiarato senza mezzi termini Robert Ford, professore di politica all’Università di Manchester.

La prossima settimana i deputati conservatori voteranno per selezionare i due finalisti, e saranno poi i membri del partito a decretare il vincitore, in una votazione che si concluderà alla fine di ottobre. Il nuovo leader verrà proclamato il 2 novembre, e avrà il compito di compiere un vero e proprio miracolo politico: riunire un partito a pezzi e renderlo nuovamente competitivo alle prossime elezioni.

Una sfida titanica
Chiunque vinca, dovrà affrontare una scelta decisiva: spostare ancora più a destra il partito, o tentare di riconquistare il centro, territorio che il Labour sembra intenzionato a dominare. I Tories sono reduci dalla peggiore sconfitta della loro storia: lo scorso 4 luglio, il Labour ha ottenuto una maggioranza schiacciante di 174 seggi su 650, lasciando i Conservatori con soli 121 deputati, il numero più basso di sempre.

Solo quattro anni fa, nel 2019, i Tory festeggiavano una maggioranza di 80 seggi, grazie alla promessa di Boris Johnson di “realizzare la Brexit” . Ma da quel momento, tutto è andato in pezzi.

Il partito ha vissuto un crollo spettacolare. Prima, Boris Johnson è stato costretto alle dimissioni a causa di una serie di scandali, tra cui le famigerate feste durante il lockdown. Poi, Liz Truss ha fatto la sua breve apparizione alla guida del governo, durando solo 49 giorni a causa di un disastroso mini-budget che ha fatto precipitare la sterlina e ha sconvolto i mercati.

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Rishi Sunak è stato chiamato a stabilizzare la nave, ma il suo mandato è stato segnato da divisioni interne e una lenta, inesorabile discesa verso la sconfitta. Dopo il voto, Sunak ha annunciato che si sarebbe dimesso una volta scelto il suo successore.

Il grande dilemma dei Tory

Ora il partito si trova davanti a una scelta cruciale: cercare di riconquistare i voti perduti a favore del partito di estrema destra Reform UK di Nigel Farage, o tentare di recuperare i voti dei centristi che si sono spostati verso i Liberal Democratici? Negli ultimi anni, il partito Conservatore si è spostato decisamente verso destra, e Kemi Badenoch e Robert Jenrick rappresentano l’ala più conservatrice. Dall’altra parte, James Cleverly e Tom Tugendhat  sono considerati più vicini al centro.

“È vero che le elezioni si vincono di solito al centro, a meno che uno degli altri partiti non lo abbandoni completamente”, ha affermato Tim Bale, professore di politica alla Queen Mary University di Londra. “Ora che il Labour sembra deciso a dominare quel campo, i Conservatori probabilmente dovranno combattere su quel territorio” , ha aggiunto.

La conferenza si concluderà mercoledì.

Foto: AFP

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