Le autorità di New York hanno restituito all’Italia diverse decine di antichità rubate per un valore di circa 3,5 milioni di dollari, mentre la megalopoli americana si sforza di scrollarsi di dosso la fama di centro nevralgico del commercio d’arte illecito.
Gli investigatori hanno riconsegnato 42 pezzi eccezionali – alcuni risalenti a 2.500 anni fa – ai funzionari italiani durante una cerimonia a New York, secondo una dichiarazione del procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg.
“Continuiamo a rimediare ai danni causati da decenni di reti di contrabbando di antichità ben organizzate in tutta Italia”, ha dichiarato Bragg, aggiungendo che più di 200 antichità sono state rimpatriate in Italia da quando è entrato in carica nel 2022.
Vincenzo Molinese, comandante del cosiddetto Nucleo artistico dei Carabinieri del governo italiano, ha salutato “il grande successo dell’indagine” grazie alla collaborazione tra Stati Uniti e Italia.
Tra le opere ritrovate e restituite c’è un vaso proveniente dalla regione della Puglia, nell’Italia meridionale, che risale al 335 a.C.. È stato rubato da un sito di sepoltura prima di essere contrabbandato all’estero da Giacomo Medici, un noto trafficante di antichità italiane, secondo i procuratori.
Dopo essere passata per Londra, la ciotola, che veniva utilizzata per mescolare acqua e vino, è stata sequestrata a luglio da una collezione privata a New York il mese scorso.
Dal 2017, i procuratori di New York hanno rimpatriato pezzi saccheggiati da circa 20 Paesi tra gli anni Settanta e Novanta.
Si tratta di opere provenienti dall’antica Grecia, dagli imperi romano e bizantino, dall’Iraq, dalla Cina, dall’India e dal sud-est asiatico.
