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Le proteste in Cina incidono sul calo delle Borse Europee

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Le proteste in Cina per la durissima politica contro la pandemia del Covid 19 hanno forti ripercussioni sui mercati europei con conseguente calo delle Borse europee. Le vendite a causa delle proteste colpiscono azionario e materie prime mentre l’avversione al rischio fa salire i titoli governativi. Wall Street è partita in discesa e il prezzo del petrolio è tornato ai minimi termini.La banca centrale europea, secondo cui non si sono ancora raggiunti i massimi livelli di inflazione, dichiara che è previsto un rapido rialzo dei tassi per far tornare l’inflazione al 2%, specificando che i rialzi dipenderanno dalle nostre prospettive sulla persistenza degli choc, sulla reazione delle aspettative salariali e di inflazione e dalla nostra valutazione della politica monetaria. Inoltre, l’Eurotower prevede un ulteriore calo alla fine dell’anno corrente e l’inizio del 2023.

Sul mercato valutario lo yuan cinese è in netto calo da oltre due settimane a 7,19, per un dollaro, mentre il dollaro è arrivato ad 1,04 per un euro

Nel frattempo, non è una bella settimana per Piazza Affari, in negativo i petroliferi e le utility (Eni -2,15%, Tenaris -3,42% e Saipem -3,17%), si presta attenzione anche ai cambiamenti sulla tassa sugli extraprofitti delle società dell’energia in cui le socità più esposte sono Eni e Saras -5,7%. Telecomitalia (- 0,75%) si è ripresa dopo un calo iniziale. In controtendenza Leonardo +2,21% e il gruppo  Iveco Group +0,89%. In calo di circa un punto percentuale anche Amsterdam ( AEX – 0,42%), Londra (FTSE 100 -0,23%), Parigi (CAC 40-0,59% ) e Francoforte (DAX 40-0,82%).