Un taglio drastico ai deputati, stipendi più alti e un nuovo sistema elettorale che potrebbe sconvolgere la politica maltese. La Camera di Commercio ha lanciato una proposta che promette di far discutere: ridurre il numero dei parlamentari dagli attuali 79 a soli 45, trasformandoli in politici a tempo pieno con retribuzioni significativamente più alte.
Nel documento pubblicato giovedì, la Camera propone anche un cambiamento radicale dei distretti elettorali, riducendoli da 13 a 5 e cancellando Gozo come distretto separato. Ma il vero scossone riguarda la soglia minima di voti necessaria per essere eletti, abbassata per dare una possibilità ai partiti più piccoli.
Attualmente, un candidato deve raccogliere almeno il 16,7% dei voti nel proprio distretto per ottenere un seggio in Parlamento. Con la nuova proposta, invece, basterebbe un 5% su scala nazionale per assicurarsi l’elezione automatica. I seggi verrebbero poi assegnati proporzionalmente ai voti ottenuti da ciascun partito.
L’idea prevede che ogni distretto abbia lo stesso numero di abitanti e che da ciascuno vengano eletti nove deputati. Una delle proposte più controverse è l’accorpamento di Gozo con Mellieħa e Mġarr, eliminando la rappresentanza autonoma dell’isola. Se attuata, questa riforma ridurrebbe il numero totale dei parlamentari da 79 a 45, modificando radicalmente la composizione del Parlamento.
Ma c’è un altro elemento che potrebbe sollevare polemiche: sebbene il numero dei deputati sarebbe fisso, la Camera suggerisce di permettere ai partiti di nominare esperti tecnici non eletti per il loro contributo professionale. In questo caso, il partito dovrebbe sacrificare il parlamentare con il minor numero di voti per fare spazio al nuovo ingresso. Inoltre, questi membri tecnici sarebbero soggetti a una riconferma dopo tre anni.
E poi c’è la questione degli stipendi. Secondo la proposta, i parlamentari non solo lavorerebbero a tempo pieno, ma guadagnerebbero molto di più. Il primo ministro vedrebbe il suo stipendio salire a 114.000 euro l’anno, i ministri e il leader dell’opposizione riceverebbero 95.000 euro, mentre i sottosegretari arriverebbero a 82.000 euro. Per gli altri deputati, la retribuzione base sarebbe di 42.500 euro.
La Camera di Commercio ha sottolineato che, nonostante l’aumento delle singole retribuzioni, il budget complessivo per gli stipendi rimarrebbe invariato grazie alla riduzione del numero totale di parlamentari.
Non meno discussa è la proposta di eliminare il meccanismo delle quote di genere, introdotto per aumentare la rappresentanza femminile in Parlamento. Secondo la Camera, questo sistema avrebbe penalizzato le candidate nelle elezioni del 2022, poiché molti elettori avrebbero dato per scontato che sarebbero state comunque elette, indipendentemente dai voti ricevuti.
Come alternativa, la proposta suggerisce di inserire i nomi delle donne in cima alle schede elettorali e di randomizzare l’ordine dei candidati, evitando così il vantaggio dell’ordine alfabetico.
Anche il Presidente della Repubblica Myriam Spiteri Debono ha dichiarato, in occasione del 50° anniversario di Malta come Repubblica, che è necessario riformare il sistema elettorale per garantire maggiori opportunità ai partiti minori.
Intanto, l’ONG Il-Kollettiv sta portando avanti una petizione per spingere il Parlamento a intervenire. Secondo l’organizzazione, l’attuale sistema elettorale ignora le tendenze del voto e penalizza le nuove forze politiche, dato che impone ai candidati di ottenere il 16,7% del voto distrettuale per essere eletti.
Foto: Matthew Mirabelli