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Malta

“Riforma giustizia: Abela sotto attacco, la polizia al controllo delle inchieste”

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Il Ministro della Giustizia Jonathan Attard e il Primo Ministro Robert Abela.

In un’esplosiva dichiarazione, Moviment Graffitti ha lanciato un feroce attacco contro i piani del governo di riformare il sistema delle inchieste giuridiche, accusando il Primo Ministro Robert Abela di aver “inchiodato un altro chiodo nella bara della democrazia”. Un’accusa pesante che fa tremare i pilastri della giustizia a Malta.

“I tribunali sono una delle ultime istituzioni indipendenti rimaste. Rendere l’accesso alla giustizia dipendente dalla polizia è una minaccia per la libertà e la responsabilità”,  ha dichiarato l’ONG in una nota che non lascia spazio a fraintendimenti. Un’affermazione che scuote il sistema giuridico, insinuando che le modifiche potrebbero aprire la strada a un controllo sempre più invasivo e pericoloso sulla giustizia stessa.

Questa settimana, il governo ha rivelato il contenuto della sua proposta di riforma, svelando un piano che stravolgerebbe completamente il sistema attuale delle inchieste. La proposta prevede che chiunque voglia chiedere un’inchiesta debba prima presentare una denuncia alla polizia riguardo ai crimini presunti, lasciando che solo dopo sei mesi dalla denuncia il tribunale possa avviare un’inchiesta. Una mossa che, secondo molti, limiterà pesantemente la capacità dei cittadini di chiedere giustizia. Inoltre, la riforma innalza gli standard di prova per avviare un’inchiesta, imponendo che vengano presentate solo prove che possano essere ammesse in tribunale. Di fatto, questo rende quasi impossibile richiedere un’indagine basandosi esclusivamente su articoli di giornale o altre fonti non ufficiali.

Oggi, chiunque può chiedere al tribunale di avviare un’inchiesta su presunti crimini o illeciti. Un magistrato valuta la richiesta e la sua decisione può essere impugnata. Ma se la riforma passasse, queste libertà verrebbero drasticamente ridotte, con la polizia che si troverebbe ad avere un ruolo cruciale nel determinare se un’inchiesta debba o meno essere avviata.

Il governo, naturalmente, difende il cambiamento, affermando che la riforma è necessaria per “porre fine agli abusi” nel sistema. La proposta è stata lanciata da Robert Abela in un post carico di rabbia sui social media, dove ha risposto duramente a Jason Azzopardi, ex deputato del PN, che nel 2022 aveva fatto una serie di richieste per avviare inchieste. Alcune di queste richieste erano state accolte dai tribunali, altre respinte.

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Moviment Graffitti, però, non ci sta. L’organizzazione sostiene che il sistema attuale funzioni perfettamente e che non esista alcuna giustificazione per cambiarlo. “La strumentalizzazione delle inchieste magisteriali da parte dei cittadini – la calunnia – è già un crimine,” affermano in maniera netta. “Con la legge proposta, i cittadini dovranno fornire prove ammissibili in tribunale, un livello di difficoltà troppo alto per le persone comuni, ostacolando di fatto la possibilità di richiedere un’inchiesta.”

Ma la critica più dura riguarda la nuova proposta di obbligare i cittadini a attendere che sia la polizia a indagare prima di poter richiedere un’inchiesta. Moviment Graffitti definisce questa proposta “una condanna a morte per la giustizia”, accusando la polizia di essere ormai incapace di agire contro il crimine ad alti livelli. “Questa è una polizia che, quando si tratta di crimine ai più alti livelli, è meglio descritta dall’inazione e dalla collusione,”  affermano con rabbia.

E la conclusione è un affondo che non lascia scampo: “Indebolendo questo strumento vitale che ha rivelato la corruzione oscura che lega il potere politico e quello economico, Robert Abela sta piantando un altro chiodo nella bara della democrazia maltese.”

Foto: [Archivio Times Of Malta]
Video: [Archivio Times Of Malta]

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