PBS respinge le accuse del Partito Nazionalista e difende con fermezza la trasmissione degli spot governativi legati al bilancio 2025, sostenendo che non c’è alcuna violazione della costituzione! È stato lo stesso servizio pubblico a depositare un’istanza urgente in tribunale per rispondere all’ingiunzione del PN, che aveva temporaneamente bloccato la diffusione di questi spot. Ma di cosa si tratta esattamente?
La settimana scorsa, il PN aveva presentato un’ingiunzione cautelativa per fermare la messa in onda di questi spot, che includono anche l’intervento diretto del primo ministro Robert Abela. Per il Partito Nazionalista, infatti, tali contenuti sarebbero “incostituzionali”
poiché violerebbero le norme che vietano la diffusione di contenuti di parte sulle reti pubbliche.
PBS, però, non ci sta e nega tutto con decisione. Gli spot promozionali come quelli del bilancio, dice, sono trasmessi da “decenni”
, durante i governi sia del PN che del PL. E finché non infrangono le leggi sul broadcasting, PBS non ha mai esitato a trasmetterli, come richiesto dal governo.
Afferma anche di aver sempre mantenuto una distinzione chiara: gli spot trasmessi durante una campagna elettorale, infatti, sono regolati dall’Autorità di Radiodiffusione, mentre quelli relativi al bilancio mirano semplicemente a informare il pubblico sulle misure fiscali e sociali annunciate. Sono quindi, a suo dire, di interesse collettivo e non politico.
Ma le polemiche non si fermano qui. Dopo lo spot del 27 ottobre – proprio quello contestato dal PN – PBS ha ricevuto altri due spot governativi. Dopo un’attenta valutazione editoriale interna, è emerso che anche questi non violavano l’articolo costituzionale di riferimento. E c’è di più: PBS ha fatto notare che, sebbene il PN abbia sollevato critiche contro questi spot, continua a trasmetterli liberamente sui suoi canali.
PBS mette poi in guardia contro il rischio di un’interferenza sproporzionata nelle sue attività, che potrebbe impedire al servizio pubblico di portare contenuti informativi di interesse nazionale al pubblico in modo tempestivo. Ed è per questa ragione, sostiene, che è necessaria un’udienza urgente.
Foto: Chris Sant Fournier