Un’ordinanza del Ministero dell’Istruzione ha suscitato una vera e propria tempesta. Il governo ha deciso che, in caso di minaccia di bomba, saranno i docenti a dover setacciare le scuole alla ricerca di ordigni. Ma come è possibile chiedere a chi insegna di diventare, dall’oggi al domani, una sorta di “cacciatore di bombe”? La risposta del Malta Union of Teachers (MUT) non si è fatta attendere e ha scatenato una vera e propria rivolta: “Non accetteremo che i docenti siano mandati a cercare bombe nelle scuole durante una minaccia di attacco!”
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La polemica è esplosa martedì scorso, quando il Ministero ha diffuso una circolare in cui si stabiliva che, in caso di minaccia, il dirigente scolastico avrebbe dovuto nominare una “squadra di ricerca” incaricata di verificare la presenza di esplosivi. Una decisione che ha mandato in tilt non solo il personale scolastico, ma anche le famiglie e i sindacati, che hanno accusato il Ministero di improvvisazione totale. Eppure, dietro questa disposizione c’è una tragica realtà: alcuni giorni fa, una serie di scuole ha ricevuto una minaccia di bomba via email, un messaggio che, purtroppo, si è rivelato una falsa allerta. Ma il danno è stato già fatto: la risposta è stata confusa e disorganizzata, con alcune scuole evacuate e altre no.
La versione ufficiale dei fatti? La polizia sta indagando sull’email, che ripeteva stereotipi islamici, ma che fortunatamente non conteneva un vero pericolo. Tuttavia, ciò che ha lasciato di stucco i rappresentanti sindacali è l’evidente mancanza di un piano preciso da parte delle autorità. “Non è accettabile che gli educatori debbano fare da ‘sceriffi’ e cercare ordigni in mezzo a una crisi!”
hanno dichiarato, aggiungendo che una gestione più coordinata dell’emergenza sarebbe stata fondamentale.
Il Ministero, dopo il caos suscitato, ha quindi deciso di emettere una nuova circolare congiunta con gli esperti di esplosivi delle Forze Armate di Malta. In questa versione rivisitata, il personale scolastico è istruito a contattare immediatamente i servizi di emergenza e a effettuare una ricerca rapida in tutta la scuola. “Gli studenti devono rimanere in classe durante la ricerca”
è la disposizione, che prevede anche di aprire porte e finestre in vetro per facilitare l’evacuazione in caso di necessità.
Ma non basta. Secondo il documento, ogni scuola dovrà creare una squadra di ricerca, che dovrà essere formata dal dirigente scolastico e dovrà partecipare regolarmente a esercitazioni. Se venisse trovato un oggetto sospetto, la procedura impone l’evacuazione immediata di tutti gli studenti, accompagnata da un rigoroso conteggio delle presenze. Una disposizione che, però, non ha convinto i sindacati. “Non è questo il modo giusto per affrontare la questione. La soluzione non è esporre i docenti a rischi, ma risolvere le inefficienze che esistono nella gestione di queste minacce”
ha ribadito il MUT, che ha inviato una direttiva a tutti i dirigenti scolastici e educatori, esortandoli a ignorare la comunicazione del Ministero.
Foto: Matthew Mirabelli