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Malta

Identità Malta al centro di una rete di permessi falsi e crimini

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Una frode incredibile scuote Malta: permessi di soggiorno falsi e una rete criminale che arriva fino a Identità.

Un cittadino marocchino ha testimoniato in tribunale di aver pagato ben 7.000 euro per ottenere un permesso di soggiorno falso, riducendo il prezzo originale di 12.000 euro dopo una serrata negoziazione. Questa scioccante rivelazione è emersa durante il processo contro Maria Rita Spiteri, ex dipendente dell’agenzia governativa Identità, e Bernard Attard, un rivenditore di automobili. I due sono accusati di essere il fulcro di un’operazione di riciclaggio di denaro, tratta di esseri umani, frode e falsificazione di documenti, sfruttando identità rubate.

Durante l’udienza, l’accusa ha spiegato che l’indagine, iniziata nel 2023, ha coinvolto cinque arresti. Tutti gli interrogati hanno indicato Attard e Spiteri come i principali responsabili dei documenti falsi, con Attard incaricato di raccogliere il denaro.

un barbiere gli ha parlato di un uomo capace di sistemare tutto. Lo chiamavano “Il-Malti tal-Permess.” È così che Hasan Qasba, residente a Malta da oltre nove anni, ha raccontato di aver conosciuto Attard. “Inizialmente mi chiese 12.000 euro. Gli dissi che era troppo,” ha rivelato Qasba. Dopo una trattativa, i due si accordarono per 7.000 euro, con un anticipo di 4.000 euro. Attard lo accompagnò negli uffici di Identità, dove incontrò Spiteri. “Mi confermò che avrebbe sistemato tutto.”  Due settimane dopo, Qasba ritirò la sua carta d’identità, che riportava un indirizzo a Buġibba, anche se lui non ci aveva mai abitato.

Ma la storia di Qasba non è unica. Ali Abdulsalam Bashir Tarhuni, un rifugiato libico, ha raccontato come la paura lo portò nelle mani della stessa rete criminale. “Ero terrorizzato, avevo paura che mi rimandassero nel mio paese.”  Anche lui entrò in contatto con Attard, che gli chiese inizialmente 8.000 euro, poi ridotti a 6.000 euro. Tarhuni era scettico, ma quando si presentò negli uffici di Identità e incontrò Spiteri, pensò che fosse tutto legale. Ricevette i documenti, ma la sua richiesta di status di rifugiato venne respinta, costringendolo a tornare in Francia.

L’ispettore Lara Butters ha spiegato in aula come l’indagine abbia smascherato un’altra parte del piano. Tre cittadini egiziani avevano ottenuto permessi di soggiorno falsi dichiarando matrimoni inesistenti con cittadini britannici. L’accesso al sistema di Identità ha rivelato che i documenti erano stati trattati da Spiteri tramite il suo username spitm250. Due egiziani sono stati arrestati, processati e deportati, mentre il caso del terzo è ancora in corso.

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Le richieste di libertà su cauzione per Spiteri e Attard sono state respinte. “Esiste il rischio concreto che possano manipolare le prove,”  ha dichiarato la procura. La difesa ha contestato, sostenendo che gli imputati avevano già avuto la libertà provvisoria senza influenzare le indagini. La corte, però, ha negato la richiesta.

Il caso proseguirà il 26 febbraio, con gli ispettori Andy Rotin, Keith Darmanin, Lara Butters e Christian Abela alla guida dell’accusa, supportati dagli avvocati Manuel Grech e Andrea Zammit. Gli imputati sono difesi da Alfred Abela, Rene Darmanin, Jose Herrera e Matthew Xuereb.

Foto: Jonathan Borg

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