La prigione di Washington si è trasformata in un teatro di libertà e protesta, dove Kevin Loftus, uno dei rivoltosi del Campidoglio graziati dal neo-presidente Donald Trump, ha messo in scena il suo ritorno da uomo libero. Senza perdere tempo, Loftus ha lasciato la prigione di Philadelphia e guidato tutta la notte verso la capitale, “per liberare tutti”
, ha dichiarato con determinazione. L’uomo, 56 anni, non ha nemmeno cambiato i vestiti, spinto dall’urgenza di portare solidarietà ai compagni ancora detenuti.
La sua attesa, trascorsa nel gelo di una mattina insolitamente fredda a Washington, è stata segnata da ansia e speranza. “Pensavo tra me e me, ‘Spero che i nostri indulti siano inclusi lì’”, ha raccontato Loftus, ricordando di aver visto Trump firmare numerosi ordini esecutivi in diretta televisiva, senza però l’audio nella sua cella. Il momento decisivo è arrivato: “‘State uscendo. Preparate le vostre cose’”, gli hanno detto. “Woohoo!”
, ha esclamato, incredulo ma trionfante.
Alle 2 del mattino, Loftus e un altro detenuto, William Sarsfield III, sono stati rilasciati. La moglie di Sarsfield, che aveva viaggiato per oltre 20 ore dal Texas, li ha accolti e insieme si sono diretti direttamente alla prigione di Washington, epicentro delle proteste.
Il “cameratismo” dietro le sbarre è stato incredibile
, ha raccontato Sarsfield, condannato per disturbo della quiete pubblica. Liberato insieme al compagno, ha portato abiti caldi per chi sarebbe uscito dopo di lui, un gesto simbolico di solidarietà. Intanto, attivisti e giornalisti si radunavano fuori dalla prigione, in attesa di nuovi sviluppi.
Non tutti però hanno accolto con entusiasmo queste amnistie. Se da un lato i sostenitori di Trump celebrano questa mossa come un atto di giustizia, dall’altro molti, inclusi agenti di polizia e membri del Partito Democratico, la condannano con forza. Anche alcuni Repubblicani, come il vicepresidente JD Vance, hanno manifestato riserve, sebbene la maggior parte abbia preferito restare in silenzio.
Tra i protagonisti di questa controversa liberazione spiccano nomi di spicco come Enrique Tarrio, ex leader dei Proud Boys, e Stewart Rhodes, capo degli Oath Keepers, entrambi condannati per cospirazione sediziosa. Rhodes, rilasciato da una struttura nel Maryland, ha raggiunto la prigione di Washington per unirsi ai manifestanti. “Voglio che i miei fratelli escano. È una vergogna”, ha dichiarato con rabbia.
Il momento clou è arrivato quando, dopo ore di attesa, tre detenuti legati all’assalto al Campidoglio sono usciti dalla prigione. Tra abbracci e lacrime, sono stati accolti con il calore dei propri cari, chiudendo una giornata carica di emozioni contrastanti.
Foto: AFP