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Malta

Fermato in extremis il maxi-progetto che agita Pietà

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Una decisione che potrebbe cambiare per sempre il volto del lungomare di Pietà è stata sospesa all’ultimo momento. Il progetto shock per trasformare un’ex casa di riposo a Sa Maison in un lussuoso blocco residenziale di sette piani ha sollevato un’ondata di polemiche. Non si tratta di una semplice ristrutturazione: la proposta, presentata da Dimitri Sturdza di Heritage Holdings Ltd, prevede la demolizione totale dell’edificio esistente per far posto a 48 appartamenti esclusivi con vista sul mare.

Ma c’è chi non ci sta. Gli abitanti della zona, esasperati, hanno lanciato l’allarme: questo progetto minaccia di distruggere la qualità della vita in un’area già fortemente congestionata. Sebbene il progetto fosse stato inizialmente raccomandato per l’approvazione, il board di pianificazione ha deciso di prendere tempo, bloccando la decisione. La paura che questo mastodontico edificio di 26 metri, con due piani interrati destinati ai parcheggi, possa stravolgere l’equilibrio del quartiere, è tangibile.

Non siamo contro la riqualificazione, ma questa proposta è esagerata,” ha dichiarato Joseph Magro Conte, residente a Pietà, sollevando preoccupazioni sul forte impatto che questo sviluppo avrebbe sulla vita dei cittadini. Parla di un progetto che non solo supera i limiti di altezza, ma che rischia di aggravare problemi di traffico e parcheggio già insostenibili. “Questo progetto non è altro che pura speculazione ,” ha aggiunto Malcolm Mifsud, un altro residente, ricordando come l’ex casa di riposo, approvata nel 1988, fosse già di per sé un edificio dominante.

A fargli eco è Fr David Cortis, del St Augustine College, che ha denunciato l’impatto devastante che il progetto potrebbe avere sugli spazi scolastici adiacenti. “I nostri spazi aperti verrebbero soffocati ,” ha dichiarato, sottolineando come il nuovo edificio supererebbe di ben quattro o cinque piani gli standard dell’area. “Dovremmo lavorare per migliorare la qualità della vita, non per comprometterla.”

Ma Michael Anastasi, l’architetto del progetto, non ci sta e ribatte con forza. Secondo lui, vi è un “fraintendimento” riguardo al volume dell’edificio. “Molti parlano di un’opera mastodontica, ma in realtà l’impatto sarà minore rispetto all’edificio attuale ,” ha spiegato, evidenziando come il numero di parcheggi previsti sia addirittura superiore a quello richiesto. E non finisce qui: l’intero progetto, a suo dire, è un’opportunità per rigenerare un’area ormai degradata.

La decisione finale, per ora, è sospesa. L’architetto avrà il tempo di consultarsi ulteriormente con la Sovrintendenza per il Patrimonio Culturale e con Enemalta per valutare eventuali modifiche al design.

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Foto: Planning Authority

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