Un uomo sospettato di essere un piromane è stato arrestato dopo aver preso un taxi per recarsi sul luogo del crimine e fuggire poco dopo che l’auto su cui aveva versato del liquido era esplosa in un inferno di fiamme. Joshua Gatt, un 35enne di Tarxien, è finito nel mirino delle autorità come il principale sospettato dell’incendio doloso avvenuto su Triq San Gwann a Cospicua lo scorso 28 agosto. L’uomo, nonostante si sia dichiarato non colpevole, è stato trattenuto in custodia cautelare.
La scena del crimine si è consumata nel cuore della notte, tra mezzanotte e le 3:00 del mattino
, e le telecamere di sorveglianza hanno immortalato ogni attimo: un uomo, con fare furtivo, si avvicina all’auto, versa un liquido infiammabile e, nel giro di pochi secondi, l’auto esplode. Il sospettato fugge via, lasciandosi dietro una scia di fumo e devastazione. Ma non finisce qui: altre due auto parcheggiate nelle vicinanze sono state colpite dalle fiamme, riportando gravi danni.
Le autorità hanno scoperto che l’uomo era arrivato sulla scena del crimine a bordo di un taxi Peugeot e, poco dopo aver appiccato l’incendio, si era allontanato con un altro taxi. L’astuzia di Gatt sembrava impeccabile, ma non aveva fatto i conti con la precisione delle indagini.
Grazie a due prenotazioni di taxi effettuate dallo stesso Gatt, la polizia è riuscita a risalire all’uomo, confermando i sospetti anche grazie alle telecamere installate vicino alla sua abitazione.
Gatt è stato quindi arrestato e accusato non solo di incendio doloso, ma anche di danneggiamento volontario di proprietà altrui, danneggiamento involontario di due veicoli vicini e disturbo della quiete pubblica. Ma le accuse non si fermano qui: Gatt ha una storia burrascosa alle spalle, segnata da una grave dipendenza da droga e numerosi precedenti per furto
, ha sottolineato il procuratore Joseph Camilleri Azarov, affiancato dagli ispettori Jeffrey Scicluna Briffa, Mario Xiberras e Antonello Magri.
La richiesta di libertà su cauzione, avanzata dall’avvocato difensore Roberto Spiteri, è stata subito contestata dall’accusa, che ha evidenziato “la gravità dei reati e il rischio che testimoni civili debbano ancora deporre”. Spiteri, dal canto suo, ha cercato di smontare le accuse, sostenendo che “non ci sono testimoni oculari che possano confermare che fosse Gatt l’uomo ripreso nelle immagini di sorveglianza”
, facendo leva sul fatto che i precedenti dell’imputato riguardassero reati di minore entità, legati alla droga e a piccoli furti.
Alla domanda del giudice, la difesa ha confermato che l’imputato soffre di dipendenza da stupefacenti. “Una supervisione potrebbe essere utile”, ha aggiunto Spiteri, sottolineando che “non guadagniamo nulla mettendo una persona in prigione, ma possiamo rieducarla”. Tuttavia, nonostante il riconoscimento da parte della corte del valore rieducativo di un programma di sorveglianza temporanea, la gravità delle accuse e la dipendenza dell’imputato hanno convinto il giudice a negare la libertà su cauzione.
Foto: [Archivio Times of Malta]