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Negata la libertà su cauzione dopo aver presumibilmente aggredito la sua ex compagna

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Un uomo è finito dietro le sbarre dopo che un tribunale ha appreso che avrebbe bombardato la sua ex di telefonate prima di aggredirla sul posto di lavoro, sostenendo che lei gli negava di vedere il loro bambino di due anni.

L’accusa ha dichiarato che il padre 57enne di Birzebbugia aveva un grave problema di droga che sembrava essere alla base del suo comportamento.

L’ispettore Omar Zammit ha raccontato che l’ex compagna dell’uomo si è presentata domenica all’Unità di violenza domestica per denunciare che l’accusato si era recato sul suo posto di lavoro, urlando e colpendola mentre era seduta dietro un bancone.

La discussione avrebbe riguardato il figlio di due anni della coppia separata.

Prima di questo episodio, l’accusato aveva bombardato la sua ex di telefonate.

In seguito alla denuncia, la polizia ha cercato di contattare l’uomo, ma tutti i tentativi si sono rivelati inutili. Alla fine la polizia è riuscita ad arrestarlo a casa sua.

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È stato accusato di aver fatto temere alla sua presunta vittima di subire violenza, di averla molestata, insultata e minacciata.

È stato inoltre accusato di aver violato vari ordini del tribunale, tra cui un ordine restrittivo emesso nel 2021, un ordine di protezione e le condizioni di libertà su cauzione, oltre ad aver commesso i presunti reati mentre era in regime di sospensione della pena.

Si è dichiarato non colpevole.

Interrogato dalla difesa, il procuratore ha confermato che questa mattina la presunta vittima aveva testimoniato in un procedimento separato e che la coppia si era sentita “saltuariamente” fino alla scorsa settimana per questioni riguardanti il figlio.

L’avvocato dell’uomo, Ishmael Psaila, ha sottolineato che in un procedimento separato la presunta vittima aveva testimoniato di aver dormito di recente anche con l’imputato.

Ma il pubblico ministero ha ribattuto di non poterlo confermare.

La richiesta di libertà su cauzione è stata respinta non solo per l’inaffidabilità dell’imputato, ma anche perché la presunta vittima doveva ancora testimoniare e l’imputato stava affrontando un procedimento separato per accuse simili.

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La difesa ha sostenuto che la legislazione sulla violenza domestica è una “legge con due pesi e due misure” perché punisce l’imputato ma non la sua ex, che si recava da lui ogni volta che lo riteneva opportuno e, in altri casi, lo denunciava alla polizia per violenza domestica.

Il magistrato Leonard Caruana ha respinto la richiesta di libertà provvisoria in considerazione del carattere indisciplinato dell’imputato e anche perché la presunta vittima doveva ancora testimoniare.

Il tribunale ha anche accolto la richiesta dell’accusa di un ordine di protezione e di un ordine di trattamento che doveva rimanere in vigore per due anni per aiutare l’imputato a combattere la sua tossicodipendenza.