La senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva, traccia un percorso chiaro per il futuro dei riformisti in Italia. Con un forte richiamo all’unità e alla coesione, Paita propone la creazione di una “Casa dei Riformisti” come nuova piattaforma politica per superare le divisioni del passato.
Paita non nasconde il fallimento del progetto degli Stati Uniti d’Europa, ammettendo che la divisione tra Azione e Italia Viva non è stata apprezzata dagli elettori. “Ci hanno detto: o ricostruite qualcosa che si ispiri a quel messaggio, con un centro riformatore, o non vi premiamo,” afferma. Tuttavia, vede un’opportunità di ripartenza nei numeri: il 7,1% alle europee e il 7,8% alle politiche, un punto di partenza per una nuova fase politica.
Per Paita, il ruolo di Matteo Renzi è fondamentale. Senza di lui, afferma, non esiste Italia Viva. “Renzi ha portato i voti, Calenda i veti,” sottolinea, indicando che le responsabilità tra i due leader non sono equivalenti. Renzi, con le sue 207.000 preferenze, ha dimostrato di avere un forte seguito, mentre Calenda è visto come un ostacolo alla coesione del progetto.
Guardando avanti, Paita propone una costituente di tutti i riformisti, oltre l’idea di un congresso interno. Ritiene essenziale concentrare le energie sulla costruzione di una solida piattaforma programmatica, piuttosto che su dibattiti interni. Tuttavia, non esclude la possibilità di una sua candidatura in un eventuale congresso, pur preferendo focalizzarsi su un grande piano per il Paese.
La senatrice evidenzia l’importanza di elaborare un grande Piano per il Paese, sfidando tutti sui contenuti e coinvolgendo le migliori energie e intelligenze. “Questo Paese non cresce,” dichiara Paita, aggiungendo che l’Italia è vittima di una crisi demografica senza precedenti e che bisogna coniugare sviluppo e crescita con obiettivi ambientali.
Paita commenta anche il secondo turno del voto amministrativo, sottolineando che ogni elezione è unica e che le amministrative non devono essere viste come indicative del panorama politico generale. Riconosce, però, che il centrosinistra ha dimostrato di avere una classe dirigente più radicata sul territorio rispetto alla destra.
In chiusura, Paita riafferma la necessità di una politica che migliori la vita delle persone. “Fare politica è invertire lo stato delle cose,” afferma, sottolineando l’importanza di una crescita economica accompagnata da una maggiore attenzione sociale. Con queste parole, Paita delinea una visione chiara e ambiziosa per il futuro dei riformisti italiani, puntando a superare le divisioni e a costruire una solida casa comune per i riformisti.