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L’IA nella fiscalità: Trasformare o sostituire?

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Per compiti di livello superiore, come la pianificazione e la consulenza fiscale, l’intelligenza artificiale richiederebbe l’apprendimento automatico da parte di un esperto. Foto:shutterstock.com

In occasione del lancio del suo ultimo libro intitolato Our Planet Powered by AI , Mark Minevich, noto pioniere e stratega dell’IA, ha ribadito la sua convinzione che nei prossimi anni diversi lavori, tra cui la contabilità, rischieranno di essere sostituiti dall’IA.

L’IA sta già progredendo rapidamente e sta dimostrando la sua capacità di portare a termine con successo compiti simili a quelli umani, in particolare quando si tratta di attività contabili e di contabilità ripetitive che gli algoritmi possono gestire in modo più efficiente degli esseri umani. Questi progressi nell’IA hanno alimentato ansia e incertezza, ma le prospettive sono così cupe?

Nonostante le previsioni, l’autore è fermamente convinto che gli esseri umani possano comunque prosperare insieme all’IA sul posto di lavoro, anziché essere sostituiti da essa. La chiave fondamentale per evitare questa sostituzione sarebbe che gli esseri umani si concentrassero sullo sviluppo delle loro capacità più innate: creatività, intelligenza emotiva, flessibilità e pensiero strategico.

Sebbene non si tratti di un articolo di tecnologia, è pertinente, per questo articolo, comprendere le diverse categorie o fasi dell’IA. L’”intelligenza artificiale generale” o AGI, è il tipo fantascientifico di IA, in base al quale una macchina sarà in grado di pensare e sviluppare le stesse capacità cognitive di un essere umano.

Non è ancora pienamente sviluppata, ma si prevede che non sia così lontana. L’”intelligenza artificiale ristretta” o ANI è un tipo specifico di intelligenza artificiale orientata agli obiettivi e che affronta un particolare insieme di compiti.

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l’”apprendimento automatico” è un tipo di intelligenza artificiale in grado di adattarsi automaticamente con un’interferenza umana minima, mentre l’”apprendimento profondo” è un sottoinsieme dell’apprendimento automatico basato su reti neurali artificiali che imitano il processo di apprendimento del cervello umano. Conclusa la parte tecnica, vediamo ora come l’IA può trasformare la funzione fiscale per gli stakeholder in generale.

Sebbene l’arrivo dell’IA in ambito fiscale sia inevitabile, permangono alcuni ostacoli alla sua adozione

Nel recente documento “Delivering Transformation – Strategic Plan for 2023-2025”, il Commissario per le imposte e le dogane ha dichiarato che “la nostra trasformazione sarà principalmente guidata dalla tecnologia… dobbiamo avere un’organizzazione che utilizzi le più recenti tecnologie nell’amministrazione fiscale e doganale, utilizzando analisi avanzate dei dati, business intelligence e intelligenza artificiale”.

L’intelligenza artificiale può incrementare significativamente le capacità dell’Autorità doganale e fiscale di Malta (“MCTA”) in termini di rilevamento delle frodi e analisi dei rischi, analizzando grandi quantità di dati per identificare modelli che indicano potenziali frodi o in termini di conformità, segnalando i contribuenti che abitualmente non rispettano le norme. Il regime di rendicontazione obbligatoria della fatturazione elettronica transfrontaliera e nazionale (facoltativa), previsto a partire dal 2028, fornirà dati chiave in tempo reale all’MCTA e rafforzerà ulteriormente le sue capacità di combattere le frodi e garantire la tempestiva conformità.

Dall’altra parte della barricata, anche i contribuenti e gli operatori fiscali desiderano progredire in linea con lo sviluppo della tecnologia AI. Se da un lato è vero che alcuni lavori o funzioni, come la tenuta dei libri e la contabilità, saranno assorbiti dall’IA, dall’altro si prospettano altre opportunità. A cominciare dal personale in esubero, che potrebbe essere riqualificato e sviluppato per essere utilizzato per svolgere altre mansioni.

Per compiti di livello superiore, come la pianificazione e la consulenza fiscale, l’IA richiederebbe un apprendimento automatico che coinvolga un esperto (o un gruppo di esperti) che, gradualmente e nel tempo, addestri la macchina a produrre le conclusioni corrette in seguito all’analisi delle informazioni relative al caso in questione.

In altre parole, una volta addestrata e aggiornata con gli ultimi sviluppi, la macchina sarà in grado, da sola, di analizzare i fatti alla luce della miriade di norme fiscali e della giurisprudenza consolidata per indicare il corretto trattamento fiscale e le conseguenti implicazioni. Sebbene sia previsto un esubero di personale addetto alla contabilità di base, questo sarebbe compensato dalla prevista elevata domanda di professionisti fiscali esperti.

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Sebbene l’arrivo dell’IA in ambito fiscale sia inevitabile, permangono alcuni ostacoli alla sua adozione. Innanzitutto i costi, non solo iniziali ma anche continui, poi i vantaggi e gli svantaggi, non ultimo il timore di sperimentare nuove tecnologie.

In conclusione, si può concordare sul fatto che, anche se ci saranno sicuramente dei sostituti, ci si aspetta che l’ANI trasformi complessivamente il modo in cui guardiamo e gestiamo le questioni fiscali. Se, come ha affermato Mark Minevich, gli esseri umani si concentrano sullo sviluppo delle loro capacità più innate: creatività, intelligenza emotiva, flessibilità e pensiero strategico, allora non potranno mai essere completamente sostituiti da una macchina. E quando l’intelligenza artificiale arriverà e prenderà il sopravvento? Il futuro è alle porte.

Charles Vella è consulente senior in materia di IVA presso Zampa Debattista ed ex direttore generale del Dipartimento IVA.

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