Connect with us

Featured

L’autista dell’incidente che ha ucciso due uomini aveva una “amnesia da incidente”

Published

on

Karl Vella Petroni, visto qui sopra durante l’udienza, non ricordava gli eventi ed era completamente amnesico rispetto all’incidente in cui persero la vita due motociclisti, secondo quanto dichiarato da un medico.

Un uomo accusato di aver ucciso due motociclisti in un incidente a Mosta l’anno scorso era affetto da amnesia, ma si è dimesso dall’ospedale contro il parere del medico, come ha dichiarato oggi il tribunale. Tuttavia, è tornato più tardi il giorno stesso lamentando dolori al petto e in uno stato “molto ansioso”.

I dettagli sono emersi alla ripresa del procedimento penale contro Karl Vella Petroni, che si dichiara non colpevole di omicidio involontario.

L’incidente è avvenuto la mattina presto del 6 maggio scorso, quando la Smart che Petroni stava guidando si è schiantata frontalmente contro una piccola moto in Triq iz-Zejfa, a Mosta. Due uomini pakistani, Faizan Muhammed e Ali Abbas, che erano in sella a quella moto per recarsi al lavoro, sono rimasti uccisi.

Vella Petroni in seguito è risultato positivo a alcol, cannabis e cocaina.

Due testimoni oculari, un corridore e un autista, hanno poi testimoniato in tribunale che l’auto di Vella Petroni era guidata ad alta velocità sulla corsia sbagliata in direzione da Mġarr a Mosta, prima di schiantarsi contro la moto.

Un agente di polizia, tra i primi a raggiungere il luogo dell’incidente, ha ricordato di aver sentito odore di alcol in Vella Petroni, che appariva stanco e con gli “occhi neri”.

Oggi, alla ripresa del processo, un medico ha presentato la documentazione scritta del pronto soccorso dell’ospedale Mater Dei, dove Vella Petroni è stato ricoverato dopo l’incidente.

Advertisement

Il medico che lo ha visitato per primo ha notato che “non ricordava gli eventi ed era completamente amnesico rispetto all’incidente”.

È stato descritto come un “fumatore” con “uso occasionale di alcol”.

“All’esame medico non è stato notato nulla di allarmante, ma è stata raccomandata un’ulteriore osservazione poiché il paziente soffriva di perdita di memoria.

Tuttavia, contrariamente al parere del medico, Vella Petroni si è dimesso da solo, firmando il relativo modulo.

Più tardi, lo stesso giorno, è tornato in ospedale lamentando un dolore al petto che ha continuato a persistere anche dopo la somministrazione di antidolorifici.

Alla luce di questa condizione e del suo stato “molto ansioso”, il medico che lo ha visitato quella sera verso le 20 ha consigliato una revisione psichiatrica e altre cure mediche, tra cui un controllo ESG a intervalli di sei ore.

The scene in May last year where two motorcycle riders died after a head-on crash with a Smart car. (Police photo)

La scena del maggio scorso in cui due motociclisti sono morti dopo un incidente frontale con una Smart. (Foto della Polizia)

Alla domanda dell’avvocato difensore Charles Mercieca se tali raccomandazioni fossero normali quando un paziente presentava tali sintomi, il medico ha risposto affermativamente.

In precedenza, durante la seduta di mercoledì, l’esperto di medicina legale digitale Keith Cutajar ha parlato dei dati di geolocalizzazione estratti dal cellulare dell’imputato.

Advertisement

Il giorno dell’incidente, l’attività del telefono è iniziata intorno all’1:30 ed è proseguita fino alle 3 del mattino, indicando che il dispositivo si trovava nella zona dei “campi di Mellieha”.

L’ultimo “ping” è stato registrato alle 3.48 del mattino.

In seguito, non ci sono state altre attività fino alle 6 del mattino, che coincidevano con l’ora dell’incidente.

In quel momento sono state registrate molte attività, in particolare quelle relative all’applicazione fotocamera del telefono, con dati che indicano che il dispositivo è stato utilizzato per scattare foto e video.

Alla domanda sul perché non sia stata registrata alcuna attività tra le 3 e le 6 del mattino, l’esperto ha risposto che ci sono diverse ragioni plausibili. Potrebbe essere dovuto al fatto che la batteria del telefono era scarica, o perché il dispositivo era stato riposto in uno spazio in cui i suoi sensori non erano esposti alla luce.

O forse il touchscreen del dispositivo non era stato toccato.

L’esperto ritiene che non vi sia stata alcuna interazione tra l’utente e il dispositivo.

Advertisement

I dati di geolocalizzazione venivano registrati quando il dispositivo si collegava alle antenne satellitari. Poiché non c’erano dati intermittenti tra le 3 e le 6 del mattino, non ha potuto calcolare la velocità di movimento del telefono al momento dell’incidente, ha spiegato l’esperto.

Il caso, presieduto dal magistrato Marse-Ann Farrugia, continua.

L’ispettore Godwin Scerri ha esercitato l’azione penale.

Gli avvocati Charles Mercieca e Gianluca Caruana Curran sono i difensori.

L’avvocato Matthew Xuereb è parte civile.

Advertisement