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Nuovi aiuti all’Ucraina al livello più basso dall’inizio della guerra: uno studio

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Una fotografia scattata il 6 dicembre 2023 mostra il ritratto di un soldato ucraino caduto sulla sua tomba, coperta dalla neve, durante la Giornata delle Forze Armate dell’Ucraina nel cimitero di Lychakiv a Leopoli, durante l’invasione russa. Foto: AFP

Gli alleati dell’Ucraina hanno drasticamente ridotto le promesse di nuovi aiuti al Paese, che sono scesi al livello più basso dall’inizio della guerra, come ha mostrato giovedì il tracker degli aiuti all’Ucraina del Kiel Institute.

“La dinamica del sostegno all’Ucraina è rallentata”, ha dichiarato l’istituto con sede in Germania, aggiungendo che i nuovi aiuti militari, finanziari e umanitari promessi all’Ucraina tra agosto e ottobre 2023 sono diminuiti di quasi il 90% rispetto allo stesso periodo del 2022, raggiungendo il punto più basso dall’inizio della guerra nel febbraio 2022.

Le cifre giungono tra i segnali di una crescente incrinatura del sostegno occidentale all’Ucraina, mentre l’attesissima controffensiva di Kiev non riesce a produrre una svolta e l’attenzione del mondo si sposta sulla guerra tra Israele e Hamas.

Negli Stati Uniti, i repubblicani del Senato stanno bloccando ulteriori finanziamenti per l’Ucraina in una disputa con i democratici sulla sicurezza delle frontiere statunitensi, mentre nell’UE si stanno trascinando i negoziati su un pacchetto di 50 miliardi di euro per l’Ucraina nei prossimi quattro anni.

I dati dell’Istituto Kiel mostrano che i nuovi aiuti impegnati tra agosto e ottobre 2023 ammontano a soli 2,11 miliardi di euro, con un calo dell’87% rispetto all’anno precedente.

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Dei 42 Paesi donatori presi in considerazione dallo studio, solo 20 hanno impegnato nuovi pacchetti di aiuti all’Ucraina negli ultimi tre mesi, la percentuale più bassa dall’inizio della guerra.

“Data l’incertezza su ulteriori aiuti da parte degli Stati Uniti, l’Ucraina può solo sperare che l’UE approvi finalmente il suo pacchetto di sostegno da 50 miliardi di euro, annunciato da tempo”, si legge nello studio, aggiungendo che ogni ulteriore ritardo “rafforzerebbe chiaramente” la mano della Russia.

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