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Malta tra crescita e caos burocratico: il nodo dei lavoratori stranieri

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Il mercato del lavoro maltese è a un bivio: da un lato, le aziende si trovano sempre più dipendenti dai lavoratori stranieri; dall’altro, la burocrazia e le complessità amministrative rendono il processo di assunzione un vero incubo. È per questo che la Malta Foundation for Human Resources Development (FHRD) ha lanciato un appello forte e chiaro: serve un sistema più snello e trasparente per l’impiego dei lavoratori provenienti da paesi terzi (TCN) .

Per molte aziende maltesi, assumere lavoratori stranieri non è una scelta, ma una necessità  per garantire la crescita economica. Negli ultimi anni, le imprese hanno investito ingenti risorse per gestire la macchina burocratica che regola l’ingresso e la permanenza dei TCN, ma il sistema attuale è ancora troppo macchinoso e scoraggiante.

La FHRD è chiara su questo punto: Malta deve garantire non solo un accesso più agevole per i lavoratori stranieri, ma anche condizioni che li incentivino a restare e mettere radici nel Paese. Il problema dell’alto turnover, infatti, non può essere scaricato interamente sulle spalle dei datori di lavoro: “L’attrito tra lavoratori e aziende non dipende solo dal datore di lavoro, ma anche da fattori esterni che incidono sulla qualità della vita dei TCN al di fuori dell’ambiente lavorativo” , sottolinea la fondazione.

Ci sono settori in cui il tasso di abbandono è fisiologicamente elevato, e la FHRD avverte: se le politiche non terranno conto di questa realtà, si rischiano penalizzazioni ingiuste per le aziende. Per questo, è essenziale che il periodo di prova venga riconosciuto come una fase di valutazione reciproca tra datore di lavoro e dipendente: “I tassi di abbandono non dovrebbero essere conteggiati nei casi in cui il rapporto di lavoro si interrompe durante questo periodo” , afferma la fondazione.

Ma la FHRD non si ferma a un semplice appello. La soluzione? Un consiglio consultivo  composto da rappresentanti dei sindacati, delle associazioni imprenditoriali e di altri attori chiave per monitorare e migliorare costantemente le politiche sull’occupazione. Inoltre, Malta deve lavorare per ridurre la propria dipendenza dai TCN nel lungo periodo, investendo in formazione e innovazione.

“Incoraggiare lo sviluppo di competenze chiave attraverso l’automazione, i programmi di riqualificazione e il superamento del divario digitale aiuterà Malta a costruire una forza lavoro più autonoma e sostenibile”, sostiene la FHRD, che si dice pronta a partecipare a “discussioni costruttive e trasparenti” per trovare soluzioni a lungo termine.

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Rappresentando centinaia di professionisti delle risorse umane, che ogni giorno affrontano in prima linea le difficoltà del reclutamento e della gestione della forza lavoro straniera, la FHRD ribadisce il proprio impegno a contribuire alle riforme necessarie per una politica migratoria più equa ed efficace.

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