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Un’indagine del governo giapponese rileva che 1,5 milioni di persone vivono come reclusi

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Secondo un nuovo sondaggio governativo, quasi 1,5 milioni di persone in età lavorativa in Giappone sono reclusi sociali, e un quinto di loro afferma che la pandemia COVID-19 sia la ragione principale del loro ritiro.

Il sondaggio è la prima indagine ufficiale completa del Giappone sulla prevalenza degli “hikikomori”, o “reclusi”, un fenomeno che interessa un’ampia fascia della società, dagli adolescenti agli anziani.

I motivi che spingono a ritirarsi dalla società del Paese, notoriamente conformista e incentrata sul lavoro, vanno dalla disoccupazione alla depressione o al bullismo a scuola o sul posto di lavoro.

Gli hikikomori escono solo per fare la spesa o per dedicarsi agli hobby, nei casi più estremi escono raramente di casa, secondo l’indagine del Cabinet Office.

È emerso che circa il 2% degli intervistati di età compresa tra i 15 e i 64 anni si è ritirato in qualche misura dalla società, una percentuale che i funzionari stimano pari a 1,46 milioni di persone.

Nel sondaggio pubblicato venerdì, la ragione più comune addotta dagli intervistati per il loro ritiro dalla società è stata “lasciare il lavoro”.

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Il 18% dei reclusi di età compresa tra i 15 e i 39 anni e il 20% di quelli di età compresa tra i 40 e i 64 anni hanno indicato la pandemia come motivo principale.

Sembra che alcune persone soddisfino la nostra definizione di hikikomori perché sono state scoraggiate dal COVID e quindi siano finite ad avere meno contatti con la società Il funzionario dell’Ufficio di Gabinetto Koji Naito

L’Ufficio di Gabinetto ha dichiarato che non esistono dati del passato direttamente confrontabili con le nuove cifre.