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Papa Francesco contro Trump e Harris: accuse che fanno discutere

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Papa Francesco ha lanciato una bomba mediatica venerdì, puntando il dito contro Donald Trump e Kamala Harris, accusandoli entrambi di essere “contro la vita”. È stata una dichiarazione shock che ha colpito come un fulmine mentre il pontefice ritornava a Roma dopo un incredibile tour di 12 giorni nell’Asia-Pacifico.

Nonostante gli 87 anni e le preoccupazioni per la sua salute, il papa ha attraversato giungle e grattacieli, incontrando i fedeli dal cuore della Papua Nuova Guinea fino alla moderna Singapore. Un viaggio senza precedenti per durata e distanza, che ha visto Francesco connettersi con comunità lontane e diverse, lasciando dietro di sé una scia di applausi e gratitudine.

Nel suo volo di ritorno da Singapore, nonostante la stanchezza visibile, il papa ha parlato a lungo con i giornalisti a bordo. Quando gli è stato chiesto delle elezioni presidenziali americane di novembre, Francesco non ha esitato a condannare sia le politiche anti-immigrazione di Trump che il sostegno di Harris all’aborto. “Entrambi sono contro la vita. Chi rifiuta i migranti e chi uccide i bambini. Entrambi sono contro la vita”  ha affermato il papa con una chiarezza disarmante.

Donald Trump, ex presidente degli Stati Uniti, ha promesso di intensificare le deportazioni di immigrati illegali, mentre Kamala Harris, con fermezza, ha dichiarato di voler ripristinare il diritto all’aborto, eliminato dalla Corte Suprema nel 2022 con la revoca del famoso caso Roe v. Wade. “Bisogna scegliere il male minore. Chi è il male minore? Quella signora o quel signore? Non lo so. Ognuno deve riflettere e decidere secondo la propria coscienza”  ha aggiunto il papa, gettando il dibattito nelle mani degli elettori.

A Washington, Karine Jean-Pierre, portavoce del presidente Joe Biden, ha risposto alle parole del pontefice con diplomazia: “Ovviamente il papa parla per sé, e non ho altro da aggiungere” . Jean-Pierre ha poi precisato di non aver discusso dei commenti del papa con il presidente.

Un ritorno infuocato dall’Asia

Non solo politica: durante il volo, Papa Francesco ha anche voluto mettere fine a indiscrezioni su una possibile visita a Parigi per la riapertura della cattedrale di Notre-Dame a dicembre. “Non ci andrò”, ha dichiarato secco, spegnendo ogni speranza di un’apparizione nella capitale francese. Ma le sue preoccupazioni erano altrove: “Perdonatemi se lo dico, ma non vedo alcun progresso verso la pace” ha confessato, riferendosi con tristezza alla mancanza di avanzamenti per porre fine alla guerra a Gaza.

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Il viaggio, lungo e faticoso, ha mostrato un papa energico ma non senza segni di stanchezza. Sofferente per il ginocchio e la sciatica, spesso su una sedia a rotelle, Francesco ha lottato con recenti attacchi di bronchite e influenza. Eppure, nonostante tutto, il tour sembra averlo rinvigorito. A tratti, durante cerimonie e parate, il papa ha mostrato segnali di affaticamento, ma il suo spirito è rimasto forte, come ha dimostrato nell’incontro interreligioso a Singapore. Qui, scherzando con i giovani, li ha esortati a non diventare “schiavi della tecnologia” e ha lanciato una battuta che ha fatto ridere l’intera platea: “Non fate ingrassare la pancia, ma fate ingrassare la testa” .

“Dico di prendere rischi, di uscire allo scoperto. Un giovane che ha paura e non rischia è già vecchio”  ha proseguito, strappando ulteriori sorrisi.

Un messaggio scomodo ai potenti

Il viaggio non ha solo fatto sorridere: in ogni tappa, Francesco ha portato con sé un messaggio forte, un richiamo ai leader del mondo a non dimenticare i più poveri e gli emarginati. Nella sua visita all’Indonesia, il paese musulmano più popoloso al mondo, ha fatto tappa nella moschea Istiqlal di Giacarta, lanciando un messaggio di unità contro conflitti e cambiamenti climatici. Nella Papua Nuova Guinea, una delle nazioni più povere del Pacifico, il papa ha indossato un copricapo tradizionale di piume dell’Uccello del Paradiso e ha sfidato i presenti a rinunciare alla violenza e alla “superstizione e magia” .

Davanti ai leader politici ed economici, ha ribadito che le risorse naturali del paese dovrebbero essere utilizzate per il benessere di tutta la comunità, in un richiamo che sicuramente farà eco in un paese dove molti credono che le ricchezze vengano sistematicamente sottratte o sprecate.

Infine, nella cattolicissima Timor Est, circa 600.000 persone si sono radunate sotto il sole cocente per assistere alla celebrazione della messa, un segno tangibile del profondo affetto che lega il papa alle comunità più lontane.

“Profondamente toccata”

Nella sua ultima tappa a Singapore, Francesco ha lanciato un appello in favore dei lavoratori migranti, che offrono manodopera a basso costo non solo nel ricco stato insulare, ma in tutto il mondo. “Questi lavoratori contribuiscono enormemente alla società e dovrebbero ricevere un salario equo”  ha dichiarato.

Sandra Ross, una fedele di Singapore di 55 anni, non ha nascosto l’emozione: “Sono stata profondamente toccata dal coraggio e dalla dedizione di Papa Francesco alla sua missione, nonostante le sue difficoltà di salute. Il suo spirito e il suo entusiasmo sono veramente ispiratori” ha commentato, riflettendo su una messa che l’ha lasciata con un calore e una gioia indescrivibili.

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Ma Francesco non si fermerà a lungo: già dal 26 settembre, lo attende un nuovo viaggio di quattro giorni in Lussemburgo e Belgio.

Foto: AFP

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