Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna non hanno dato il via libera all’Ucraina per utilizzare missili a lungo raggio contro la Russia. Il motivo? Il timore di un’escalation incontrollabile. A rivelarlo è stato proprio il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha lasciato intendere come questa decisione potrebbe frenare l’ambizione di colpire in profondità nel cuore russo.
Vladimir Putin aveva già lanciato un avvertimento: un attacco con armi a lungo raggio sul territorio russo significherebbe che i paesi della NATO sono in guerra contro Mosca. Ma l’Occidente, a quanto pare, non ha alcuna intenzione di correre un rischio simile.
“Né l’America né il Regno Unito ci hanno dato il permesso di usare queste armi sul territorio russo, su alcun obiettivo, a qualsiasi distanza”, ha dichiarato Zelensky ai giornalisti venerdì sera, con toni carichi di rassegnazione ma determinazione. “Penso che siano preoccupati per una possibile escalation (delle ostilità)”
, ha aggiunto con schiettezza.
Nonostante le limitazioni imposte dai suoi alleati, Zelensky ha accolto con favore l’aumento di supporto militare da parte dell’Occidente. In un periodo in cui le forze ucraine stanno affrontando un’offensiva brutale nella parte orientale del paese, ogni nuova arma può fare la differenza.
“Gli aiuti sono aumentati a settembre. Siamo contenti. Possiamo sentire la differenza”
, ha dichiarato con un certo ottimismo Zelensky, sottolineando come i ritardi nella consegna delle armi, causati da divisioni politiche tra gli alleati, abbiano messo a dura prova l’esercito ucraino nei primi mesi del 2023. E ora, Kyiv sa bene di non potersi permettere ulteriori ritardi. La dipendenza dall’aiuto esterno è assoluta: il numero di soldati e le risorse a disposizione dell’esercito ucraino sono drammaticamente inferiori rispetto alle possenti forze russe.
Piani di pace? Solo fumo negli occhi.
Ma le armi non bastano per fermare una guerra. E i tentativi di negoziare la pace sembrano essere solo illusioni. Zelensky ha stroncato senza mezzi termini il piano di pace proposto in primavera da Cina e Brasile, definendolo troppo vago, privo di concretezza.
“Non penso fosse un piano concreto. Non vedo alcuna azione specifica o fasi precise, solo procedure generali”, ha detto senza esitazioni Zelensky, durante una conferenza stampa di venerdì sera. “Le generalizzazioni nascondono sempre qualcosa”
, ha aggiunto, sollevando dubbi sulle reali intenzioni dei mediatori internazionali.
Cina e Brasile avevano avanzato l’idea di una conferenza di pace internazionale, in cui Russia e Ucraina avrebbero dovuto partecipare su un piano di parità, con tutte le opzioni sul tavolo. Ma per Zelensky, una proposta del genere non ha alcun peso reale. Non quando il suo paese è sotto assedio e le forze russe avanzano inesorabilmente.
E mentre i legami tra Pechino e Mosca si rafforzano, Washington punta il dito contro la Cina: pur non fornendo direttamente armi alla Russia, secondo gli Stati Uniti, Pechino starebbe aiutando Mosca ad aumentare la produzione di missili, droni militari e carri armati.
Il presidente ucraino, però, non si ferma. Zelensky intende presentare il suo “piano di vittoria” per porre fine alla guerra quando incontrerà Joe Biden negli Stati Uniti la prossima settimana. “Il piano prevede decisioni che dovranno essere prese tra ottobre e dicembre… Lo vorremmo molto. Crediamo che il piano funzionerà”
, ha affermato con sicurezza.
In un altro sorprendente sviluppo, Zelensky ha anche annunciato che incontrerà Donald Trump verso la fine di settembre, probabilmente il 26 o il 27. Trump, critico feroce degli aiuti miliardari forniti da Washington a Kyiv, ha ripetutamente sostenuto di poter porre fine al conflitto in appena 24 ore, senza mai spiegare come intenda farlo. Il mondo attende di vedere se questo incontro potrà davvero portare a qualche soluzione.
Nel frattempo, l’Iran ha mostrato i muscoli, svelando sabato un nuovo missile balistico e un drone d’attacco migliorato. Una mossa che arriva in un momento di tensioni regionali altissime e accuse pesanti di fornire armi alla Russia per il conflitto in Ucraina. Accuse che Teheran ha, naturalmente, sempre respinto.
Eppure, l’Occidente non si fida: Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania hanno imposto nuove sanzioni contro l’Iran all’inizio del mese, puntando il dito contro il suo presunto coinvolgimento nella fornitura di missili balistici destinati alla Russia.
Foto: AFP