lunedì, Giugno 3, 2024
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Addetta alle pulizie incarcerata per aver rubato 5.000 euro di gioielli al suo datore di lavoro

Un’addetta alle pulizie è stata incarcerata dopo aver ammesso di aver derubato i suoi datori di lavoro. Foto: Times of Malta

Un’addetta alle pulizie che ha rubato gioielli per un valore di 5.000 euro alla famiglia per cui lavorava è stata condannata a una pena detentiva effettiva di 20 mesi dopo aver ammesso il furto in tribunale martedì.

Graziella Debono, 47 anni, di Paola, è stata accusata di furto aggravato e recidiva; i suoi datori di lavoro hanno dichiarato che negli ultimi giorni di lavoro se n’è andata con diversi oggetti di valore dalla loro casa.

Una delle vittime ha testimoniato di aver cercato su Facebook qualcuno che le pulisse la casa e l’imputata era una delle tante che erano comparse. L’aveva assunta per pulire la casa una volta alla settimana, il venerdì. A volte non c’era nessuno in casa mentre lei puliva.

Debono, ha detto la vittima, di solito si recava a casa con nient’altro che il suo telefono cellulare e la sua borsa. Non avevano sospettato nulla fino a quando, aprendo un cassetto usato di rado, hanno scoperto che mancavano diversi gioielli di famiglia.

È stato dopo questa scoperta che la vittima ha ricordato che nelle ultime tre occasioni in cui si era recata a casa loro, Debono portava in modo insolito una borsetta.

Dopo essersi insospettita, chiese a Debono di chiamare di sabato anziché di venerdì, in modo da poterla sorvegliare. Debono rispose che era caduta da un’altezza di tre piani e si era ferita a una gamba e che non sarebbe stata più in grado di occuparsi del lavoro.

Un’indagine della polizia ha poi rivelato che Debono aveva venduto gli oggetti rubati a un gioielliere per 1.135 euro. Un perito del tribunale li ha valutati 5.000 euro.

La corte ha considerato il fatto che l’imputata era già stata condannata nel 2021 a sei mesi di carcere e a una multa per accuse simili e che, nonostante le fossero state offerte diverse opportunità, non aveva fatto alcun tentativo di restituire quanto dovuto alle vittime.

“La corte ritiene che l’imputata non possa offrire alcuna garanzia di restituire la parte civile se le è stata inflitta una pena che non prevede l’incarcerazione”, ha dichiarato il magistrato Claire Stafrace Zammit nella sua sentenza.

“Nel corso di questi procedimenti, che si protraggono da tempo, ha avuto tutto il tempo per ripagarli, ma non ci ha nemmeno provato, inventando invece una scusa dopo l’altra per dipingersi come la vittima!”.

Considerando la sua “colorita” fedina penale e la sua stessa ammissione, il tribunale ha ritenuto Debono colpevole di tutte le accuse e l’ha condannata a 20 mesi di carcere. Le è stato concesso un anno di tempo per restituire alle sue vittime 5.000 euro.

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