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Qualche anno fa c’era la CSR. Questo termine è ormai quasi defunto, essendo stato sostituito dai valori più generali dell’ESG. Più di recente, abbiamo iniziato a parlare di “sostenibilità”. Ma ciò che tutti questi termini sembrano avere in comune è il fatto che di solito forniscono un modo semplice per le aziende e le organizzazioni di pubblicizzare le loro buone azioni.
Analizziamo la “G” di ESG: la governance. Più precisamente, e in linea con la natura stessa di queste pagine, parliamo di corporate governance.
La corporate governance è un termine molto usato ed è stato citato, discusso e tirato in ballo in molti forum e dibattiti.
Nel suo libro Il diritto delle società, pubblicato di recente, David Fabri lo dice meglio: “La corporate governance si è rivelata un ottimo affare con centinaia di conferenze, ma purtroppo ha prodotto un sacco di discorsi vuoti, ripetizioni e luoghi comuni”.
Il dottor Fabri continua dicendo: “Le persone si sentivano bene discutendo di corporate governance, ma per lo più non facevano assolutamente nulla al riguardo”.
Il sesto capitolo del libro, “Ripensare la corporate governance”, definisce la buona corporate governance come segue: “Una buona corporate governance implica una corretta distribuzione delle responsabilità e un’efficiente interazione tra i principali attori all’interno di un’azienda: il presidente, gli amministratori, il segretario, l’alta dirigenza, i revisori dei conti, le autorità di regolamentazione e altri attori rilevanti, in modo da apportare benefici diretti o indiretti a tutte le parti interessate all’interno e all’esterno dell’azienda e alla comunità in generale”.
Perché la corporate governance è importante? La risposta è ovvia. Ma a giudicare da ciò che abbiamo visto nelle ultime settimane, “fare le cose in modo corretto e appropriato” non sembra troppo ovvio.
È innegabile che la maggior parte degli attuali problemi politici che stiamo affrontando come Paese derivano tutti dal fatto che, a un certo punto del tempo, qualcuno avrebbe potuto fare la cosa giusta e ha scelto di non farlo. Ci sono molti che avrebbero potuto fare le cose in modo corretto e invece hanno scelto di allontanarsi.
Gli organismi di regolamentazione svolgono un ruolo importante nel garantire una corretta governance aziendale all’interno della comunità imprenditoriale maltese. Ma come si può fare in un ambiente in cui si assiste a una grave cattiva condotta da parte dei vertici?
Eventi di questa portata si verificano a livello politico, ma ciò non significa che il settore privato non ne sia immune. Questi eventi sono destinati a lasciare un enorme impatto sul settore commerciale, su quello dei servizi finanziari e su tutti coloro il cui successo dipende dalla reputazione di Malta.
Ma anche se le turbolenze sono a livello politico, ciò non esonera la comunità imprenditoriale dal dovere di chiedere standard migliori. Si può iniziare ponendo collettivamente alcune domande molto pertinenti.
Come possono le istituzioni contribuire a promuovere una buona governance aziendale?
Fino a che punto ci si deve aspettare che la legge intervenga per correggere le pratiche di cattiva governance nel settore aziendale?
Come possono i leader aziendali promuovere una cultura di trasparenza, responsabilità e comportamento etico all’interno delle loro organizzazioni in modo più tangibile?
Come possiamo, attraverso le nostre attività, dare un esempio migliore?
Più che rispondere a queste domande, è giunto il momento di mettere in pratica una buona governance aziendale.