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Malta

Mater Dei verso il privato: accordo vicino, ma i medici avvertono rischi

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Un piano controverso e carico di tensioni sta scuotendo il Mater Dei Hospital. Il governo di Malta e il sindacato dei medici (MAM) sembrano avvicinarsi a un accordo per l’esternalizzazione di alcuni servizi di emergenza, un tentativo audace per alleviare la pressione sull’ospedale principale dell’isola. Ma non mancano polemiche e dubbi.

Durante il popolare programma di discussione Popolin su TVM, Martin Balzan, presidente della Medical Association of Malta, ha parlato di “progressi significativi” nelle trattative, ma ha sottolineato questioni ancora irrisolte. Al centro del dibattito: come avverrà il trasferimento dei pazienti verso gli ospedali privati e chi sarà responsabile durante il processo. “È essenziale che tutto sia chiaro fin dall’inizio, soprattutto considerando le implicazioni legali per i medici”  ha affermato con fermezza.

Il piano del governo prevede che circa 50 pazienti al giorno, su un totale di 350 che si recano al pronto soccorso del Mater Dei, vengano trasferiti in tre ospedali privati. Tuttavia, il sindacato aveva inizialmente reagito con veemenza, lamentando la totale assenza di consultazioni preliminari e vietando ai propri membri di partecipare a tali trasferimenti.

Il ministro della Salute, Jo Etienne Abela, ha cercato di gettare acqua sul fuoco, spiegando che i trasferimenti non sono una novità per Malta. “Non stiamo reinventando la ruota. Esistono protocolli ovunque, come per i trasferimenti da Gozo a Malta” ha dichiarato. Ma Balzan ha risposto: “Non è la stessa cosa. In quel caso si tratta di una gestione interamente pubblica; qui parliamo di spostamenti verso strutture private, con tutte le complicazioni del caso.”

Abela ha chiarito che gli ospedali privati si occuperanno solo di emergenze non complesse, come casi di appendicite, lasciando al Mater Dei la gestione dei casi più gravi. Balzan, però, ha lanciato un avvertimento: “Anche i casi apparentemente ‘minori’ possono aggravarsi. Per fortuna, sembra che stiamo facendo progressi su come affrontare queste situazioni.”

Le tensioni non si limitano ai dettagli pratici. Secondo un accordo del 2018, qualsiasi trasferimento di servizi sanitari fondamentali, come quelli ospedalieri, richiede il consenso scritto del sindacato. Tuttavia, per l’esternalizzazione di servizi, il governo è obbligato solo a consultare i sindacati, senza dover ottenere il loro via libera. “Non abbiamo nulla da nascondere” ha ribadito Abela, annunciando un incontro con l’Auditor General per esaminare l’intero processo di outsourcing.

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Come se non bastasse, un’altra crisi si profila all’orizzonte: quella dei centri sanitari. Balzan ha denunciato una situazione “al collasso” con medici “esausti e sovraccarichi di lavoro.” Ha aggiunto che, di fronte alla negazione delle ferie e all’aumento incontrollato del numero di pazienti, il sindacato non esclude azioni di protesta. “Abbiamo già votato e approvato azioni industriali”  ha avvertito con tono deciso.

Abela, dal canto suo, ha negato che ai medici siano state negate le ferie, definendo le minacce di sciopero “un’azione inopportuna, soprattutto in un momento così critico per i pazienti.”  Ma il braccio di ferro tra governo e sindacato sembra tutt’altro che risolto.

Foto: [Archivio Times Of Malta]

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