Una clamorosa svolta politica sconvolge la Romania! Una candidata di estrema destra, con posizioni filo-russe, ha conquistato la vetta del primo turno delle elezioni presidenziali, relegando il premier filo-europeo Marcel Ciolacu fuori dai giochi per il ballottaggio. Il paese, membro della NATO e con un confine strategico con l’Ucraina, si trova ora a fronteggiare un’ondata di estrema destra che scuote le fondamenta della sua politica tradizionale.
Calin Georgescu, il candidato che ha scioccato l’intera nazione, ha ottenuto il 22,95% dei voti. Alle sue spalle, la sindaca di centro-destra Elena Lasconi, mentre Ciolacu si ferma al 19,15%, sancendo la fine della sua corsa. Una campagna elettorale accesa e una strategia mediatica senza precedenti su TikTok hanno spinto Georgescu sotto i riflettori con messaggi controversi ma efficaci. “Stanotte il popolo romeno ha gridato per la pace. E lo ha fatto in modo forte, fortissimo”
ha dichiarato il candidato, enfatizzando il suo messaggio contro gli aiuti all’Ucraina e la permanenza della Romania nella NATO.
“L’estrema destra è senza dubbio la grande vincitrice di questa elezione” ha commentato il politologo Cristian Pirvulescu, riflettendo sull’inaspettato risultato che ha fratturato il panorama politico del paese. La pensionata Maria Chis, 70 anni, inizialmente sorpresa dalla vittoria di Georgescu, ha rivelato di essere rimasta colpita dai suoi video: “Mi sembra un uomo integro, serio e patriottico. Credo che solo qualcuno come lui possa portare un cambiamento.”
Non tutti, però, condividono questo entusiasmo. Alex Tudose, un imprenditore di 42 anni, ha espresso la sua preoccupazione per il risultato: “Dopo anni nelle strutture euro-atlantiche, abbiamo votato per un filo-russo. È un segnale forte di frammentazione sia nella società che nella classe politica.”
Questa svolta elettorale arriva in un momento cruciale per la Romania, che gioca un ruolo chiave nella strategia della NATO grazie alla sua posizione sul Mar Nero, al confine con l’Ucraina. Il New Strategy Center ha sottolineato che il paese è diventato un punto strategico vitale per le operazioni NATO, ospitando oltre 5.000 soldati e fungendo da corridoio per il grano ucraino.
La campagna elettorale è stata segnata da polemiche e accuse. Il quarto classificato, George Simion, è stato accusato di contatti con spie russe, accusa che ha negato con forza. Nel frattempo, il premier uscente Ciolacu è stato criticato per il suo uso di jet privati, fattore che potrebbe aver eroso la sua credibilità agli occhi degli elettori.
La Russia, da parte sua, ha mostrato cautela. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha dichiarato: “Non possiamo dire di essere molto familiari con la visione di questo candidato, almeno per quanto riguarda i rapporti con il nostro paese.”
Mentre la Romania si prepara al ballottaggio dell’8 dicembre, la possibilità di un ulteriore rafforzamento dell’estrema destra potrebbe avere ripercussioni di vasta portata, sia a livello nazionale che internazionale. I riflettori rimangono puntati su un paese che affronta una svolta storica.
Foto: AFP