Uno scandalo che scuote le fondamenta della monarchia spagnola: l’ex re Juan Carlos, un tempo simbolo della transizione democratica, è ora sotto accusa per presunti reati fiscali. Un gruppo di giudici in pensione ha deciso di trascinarlo in tribunale, sostenendo che le sue operazioni finanziarie debbano essere esaminate da una corte e non archiviate dalla procura.
Le accuse affondano le radici in rivelazioni che lasciano poco spazio all’immaginazione: regali sontuosi ricevuti da monarchi del Golfo, viaggi privati coperti da una fondazione basata nel Liechtenstein e irregolarità nei pagamenti fiscali. Sebbene le indagini siano state chiuse nel 2022 per mancanza di prove e prescrizione, le ombre su queste transazioni continuano a perseguitare l’ormai 86enne Juan Carlos.
In un apparente tentativo di salvarsi da accuse formali, l’ex sovrano ha versato oltre cinque milioni di euro al fisco spagnolo per regolarizzare redditi non dichiarati. Ma questo gesto, per molti, non è bastato. Secondo José Antonio Martín Pallín, ex giudice della Corte Suprema spagnola, le regolarizzazioni effettuate tra il 2014 e il 2018 “non sono state fatte secondo la legge”. Pallín ha aggiunto che “non abbiamo alcun interesse nell’applicazione di pene detentive, ma si dovrebbe imporre la multa più severa possibile”
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Tra i querelanti ci sono non solo giudici, ma anche esperti legali, filosofi e giornalisti, uniti nel denunciare quella che definiscono un’opacità fiscale che non può essere ignorata.
La caduta in disgrazia di Juan Carlos non è solo personale: il suo declino ha trascinato con sé anche la fiducia dei cittadini nella monarchia spagnola. Da eroe della democrazia, è diventato simbolo di scandali e segreti. Costretto all’esilio volontario negli Emirati Arabi Uniti dal 2020, Juan Carlos osserva da lontano il crollo della sua immagine pubblica.
Foto: [Archivio Times Of Malta]